Alto Adige, il tempo delle mele
E’ grande il fermento che in questo periodo si vive tra i meleti dell’Alto Adige. Un via vai incessante di carri e carretti su sterrate e sentieri erbosi che delimitano le coltivazioni.
Un inseguirsi di voci, gesti, umori e rumori, che invade pacificamente i frutteti, mescolandosi ai colori e ai profumi di quelle che sono le vere protagoniste della stagione: le mele.
Reginette dell’autunno, queste mele occhieggiano tra il verde brillante delle foglie e siglano una cornice bellissima.
Con Alberto, abbiamo deciso di seguire le fasi di raccolta e lavorazione appostandoci sulle rive del lago di Caldaro, a un tiro di schioppo da Bolzano, nel cuore della Sudtiroler Winestrasse, una delle Strade del Vino più belle e famose d’Europa, dove non tutto è però vigneto e i frutteti si spartiscono il territorio con i grappoli di Schiava e di Lagrein.
Quattro battute con i coltivatori ci fanno capire che è tanta la soddisfazione per il raccolto. La stagione è stata ottima, il clima temperato di queste colline protette dai venti freddi del nord e le abbondanti precipitazioni primaverili hanno fatto la loro parte. L’estate lunga e calda ha richiesto sforzi notevoli in termini di irrigazione, ma il risultato c’è e si vede, come dimostrano le quantità e varietà di mele che sfilano sotto ai nostri occhi: Golden Delicious coloro dell’oro; Royal Gala dolci e compatte; Stayman Winesap croccanti e succose; Red Delicious che, a strofinarle, ti ci specchi.
E che meraviglia queste meluzze verdi e rosse, chiamate Rosa di Caldaro, uno dei fiori all’occhiello di un territorio conosciuto da sempre come il Giardino del Sudtirolo !
I riconoscimenti a livello europeo non hanno certo tardato ad arrivare e a ben 13 varietà di mela altoatesina è stato riconosciuto, nel 2005, il marchio di Indicazione Geografica Protetta (IGP), che le ha promosse a specialità regionali, espressione di un territorio che garantisce un alto standard qualitativo, gestendo tutto il ciclo produttivo, dalla coltivazione alla commercializzazione.
Cosa succede, però, dopo che le mele sono state raccolte a mano, a una a una, con pazienza certosina dai contadini e sistemate in grandi cassoni, che a loro volta vengono issati su carretti trainati da trattori?
Poiché la curiosità è tanta, abbiamo seguito le nostre mele presso uno dei principali centri di conservazione e stoccaggio della zona, dove abbiamo visto come vengono lavate, immergendole in acqua a facendole scorrere su una specie di nastro trasportatore.
Una volta ben ripulite e asciugate, le mele sono stoccate in speciali celle con atmosfera controllata dove, oltre a stare al freddo, vengono mantenute a contatto con un’atmosfera diversa dall’aria. In pratica, si riduce la percentuale di ossigeno e anidride carbonica, rallentando la respirazione dei frutti e inibendone l’ulteriore maturazione. Al momento di immetterli sul mercato, si riporta l’ossigeno ai livelli normali e si riavvia il loro ciclo vitale. Una tecnica questa, che consente a queste grandi amiche del benessere e della gastronomia di arrivare sulle nostre tavole fresche e fragranti praticamente tutto l’anno.
Link utile : Mela Alto Adige IGP
Articoli correlati
Alto Adige, terra di buon pane
A Egna, il primo Albergo Diffuso dell’Alto Adige
Sarentino (Alto Adige), nella valle dello yogurt
Terlano (Alto Adige), tempo di asparagi!
Hansi Baumgartner, come ti affino un fomaggio
Foiana (Alto Adige), Castagne uber alles!
Alto Adige, inverno slow al maso
Slittino che passione parte prima
Sarentino, la valle del pino mugo
Alto Adige, Mercatini di Natale, uno tira l’altro