Belgio/ Bruges città merletto
Elegante e raffinata, nel cuore della Fiandra Occidentale, Bruges è una bomboniera dai tanti volti, che decidiamo di scoprire senza fretta, muovendoci a piedi, in bicicletta, in carrozza e in barca, ammirando le case coi tetti a cuspide, i palazzetti signorili con le facciate merlate, le vecchie piazze, il reticolo dei canali che la rendono una piccola Venezia, le abbazie, la nutrita serie dei musei e le loro splendide mostre d’arte, tanto fiamminga quanto contemporanea.
In questa piccola città avvolta dalla campagna, storia, natura e tradizioni si mescolano tranquillamente al piacere di una birra triplo malto ai tavolini di un bistrò e dello shopping di meravigliosi merletti e golose praline di cioccolato.
Per chi non lo sapesse, Bruges ha una storia di tutto rispetto. Nel medioevo, contava più di centocinquantamila abitanti e apparteneva alla Lega Anseatica insieme alle più potenti città marinare del nord. Il suo porto era famoso soprattutto per il commercio delle lane, che arrivavano grezze dall’Inghilterra e nelle fabbriche cittadine, venivano trasformate in splendidi filati di Fiandra, la cui tintura era affidata ad operai specializzati chiamati unghie blu. All’ombra della Torre civica, in Piazza del Mercato, banchieri e mercanti trattavano stoffe, spezie, oggetti preziosi, generi di prima necessità. Una vitalità economica che non temeva rivali e che tenne a battesimo persino la nascita del termine borsa, complice lo stemma che abbelliva l’ingresso del palazzetto della famiglia Van der Beurse, presso il quale si riunivano anche tanti mercanti italiani.
Dello splendore di quell’epoca rimangono il mercato coperto ai piedi della torre campanaria, diversi palazzi civili, l’Hotel de Ville, considerato uno degli edifici gotici più importanti del Belgio e una notevole produzione di opere pittoriche firmate dai fratelli Van Eyck, da Van der Goes, da Memling, da Van der Weyden, maestri della prestigiosa Primitiva Scuola Fiamminga di Pittura, che operarono entro le mura cittadine tra il XV e il XVI secolo.
Tutto faceva pensare a un futuro splendido, quando la natura riservò a Bruges un tiro mancino insabbiando l’estuario dello Zwin, il fiume-canale che collegava il porto al Mare del Nord, rendendo così impossibile il passaggio delle navi con le merci. La ricca e opulenta Bruges vide sgretolarsi la sua potenza e le toccò cedere il monopolio commerciale ad Anversa e Gand, piombando in quattro lunghi secoli di letargo. Una Bella Addormentata del Nord a tutti gli effetti, che riprese a vivere soltanto agli inizi del Novecento, grazie anche alla costruzione di un nuovo canale, lo Zeebrugge e al conseguente sviluppo dei commerci.
Come si può intuire, Bruges non ha vissuto le trasformazioni tipiche della Rivoluzione Industriale né ha subito i danni delle Guerre Mondiali. E’ rimasta per secoli sotto campana di vetro, conservando intatti l’originaria struttura urbanistica, l’architettura in stile fiammingo, lo splendore del periodo in cui governarono i Borgogna. Questa è, oggi, la sua vera ricchezza, la carta vincente sui fronti del turismo, dell’arte, della cultura e della bellezza.
Per rendersene conto, è sufficiente salire i 366 gradini della scala a chiocciola che porta in cima alla Torre comunale, posta al di sopra dell’antico mercato coperto (Halle). Dall’alto, tutto appare profondamente armonico: le strade che convergono al Markt, la piazza principale; i tetti spioventi di tegole rosse voluti dai Duchi di Borgogna per limitare gli incendi; le carrozzelle riunite ai piedi del Beffroi.
Delizioso, quel gruppetto di case medievali dai frontoni triangolari a gradoni, affacciate sulla piazza del Mercato, nelle quali si annida una serie di ristoranti, dove si gustano piatti raffinati a base di pesce del Mare del nord, ostriche, cozze e la waterzooi, una tipica zuppa fiamminga di carne o di pesce. Il tutto innaffiato da ottime birre: triplo malto, all’aroma di ciliegia (la kriek); leggere, dense, bionde, scure, ce n’è per tutti i gusti.
Il cuore della città è disegnato da scorci romantici, botteghe di merletti lavorati coi fuselli, come nel Quattrocento. Arte nata dall’esigenza di applicare passamanerie, per impedire l’usura dei bordi degli abiti. Per scoprire i segreti del “punto di fata” e del “punto a fiori” conviene vistare il Museo del Merletto oppure il Kantcentrum, presso le Case di Dio Gerusalemme.
Bruges è oggi una città viva, attenta a soddisfare le esigenze dei visitatori, anche di quelli più giovani, con un ricco cartellone di eventi annuali: concerti, estemporanee di pittura, mercatini sul Dijver e rappresentazioni folcloriche, che fanno rivivere i fasti antichi. Ogni cinque anni, celebra, per esempio, la Festa dell’Albero d’oro, il Gauden Boom, in ricordo delle nozze tra Carlo il Temerario, Duca di Borgogna e Margherita di York, a cui partecipano oltre duemila figuranti in costume, sette gruppi musicali, carri allegorici e giganteschi fantocci.
Bruges è comodamente raggiungibile dall’Italia in auto con la rete autostradale europea, attraversando Svizzera, Francia e buona parte del Belgio, dista infatti un’ora di viaggio da Bruxelles. In aereo, gli aeroporti di riferimento sono Bruxelles, Bruxelles sud-Charleroi e Ostenda. In autobus, Eurolines effettua collegamenti diretti da Milano per Bruxelles e Anversa, da dove si prosegue per Bruges. In treno, via Bruxelles o Anversa www.b-rail.be
Link utile: Belgio Ufficio per il Turismo delle Fiandre www.turismofiandre.it