Bormio piccola perla della Valtellina
Si adagia tranquilla a 1200 metri di quota, Bormio, al centro di un ampio paesaggio innevato, che incornicia la piana alluvionale del torrente Frodolfo. Dal fondovalle, l’occhio punta spedito in alto, alle quote dei campi da sci di Bormio 2000 e Bormio 3000, catturando una corona di vette che arriva ai confini con il Parco Nazionale dello Stelvio
Bormio è sicuramente natura e sport, ma è anche arte e cultura, aspetti che convivono con uno sviluppo turistico rispettoso della sua storia e delle sue radici.
Per rendersene conto basta passeggiare nel centro storico, tra le torri medioevali (un tempo ben 32), le case con gli archi di pietra e i portali di legno intagliato, i palazzi prestigiosi e le chiese impreziosite da affreschi.
La posizione strategica tra la Pianura Padana e il centro Europa, ha sempre fatto di Bormio un importante crocevia commerciale, contesissimo dalla Serenissima Repubblica, dal Ducato di Milano, dal Vescovo di Como e dai Grigioni.
La sua storia millenaria si scopre a poco a poco, visitando le pievi votive, fotografando le meridiane, ammirando il cosiddetto Kuerc (“coperchio” in dialetto), una costruzione molto particolare, dove in epoca medievale si amministrava la giustizia nei mesi estivi. E, perché no, immergendosi nelle calde e piacevolissime acque termali, ben conosciute e apprezzate già dall’epoca romana.
Tra piazze e monumenti
La centralissima piazza Cavour o del Kuerc, cuore della vita cittadina nonché di eventi culturali e folcloristici come l’antichissimo Carnevàl di Mat, è dominato dalla Collegiata dedicata ai patroni Santi Gervasio e Protasio e dalla Torre Civica, alta 30 metri, chiamata anche Torre delle Ore per la meridiana dipinta dalla bottega di Menìco e Nicola Anesi o Torre della Bajona, per la pesantissima campana, la Bajóna, che in passato annunciava agli abitanti del paese e delle valli limitrofe riunioni popolari o pericoli imminenti, come incendi e invasioni.
Musei e Chiese
Per approfondire la cultura e le tradizioni del territorio vale la pena fare tappa al Museo Civico di Bormio, accasato nel nobile Palazzo De Simoni, nelle cui ampie sale si spazia dalla storia all’etnografia, dai mestieri tradizionali all’arte sacra, dai mobili di legno ai manufatti d’oro, dalle carrozze agli sci utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale.
Nell’antica cucina del Palazzo si può ammirare anche la Madonna del sottotetto, una rara statua di legno intagliato e dipinto, dotata di snodi alle articolazioni che le consentono di assumere posizioni diverse. Opportunamente vestito, questo singolare simulacro del XVIII secolo era utilizzato in diverse funzioni religiose, perché poteva stare seduto, in piedi o disteso.
Il Museo di Bormio si può visitare tutto l’anno e gratis in tre occasioni: la Festa della Donna, la settimana della cultura e per le coppie, a San Valentino, in onore degli innamorati dell’arte.
Tra chiese, santelle e cappelle, di edifici sacri, a Bormio, ce ne sono davvero tanti ed è quasi impossibile elencarli tutti. Prima di lasciare il paese, vi consigliamo però una visita alla Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio (la Parrocchiale, in Piazza Kuerc) e alla Chiesa di Sant’Antonio Abate o del Santissimo Crocifisso, nell’omonima piazza oltre il torrente Frodolfo, che custodisce affreschi bellissimi, freschi di restauro.
Sulle piste dei campioni
Ma veniamo alla Bormio bianca, che ogni inverno attira frotte di sciatori e di sportivi. Gli amanti dello sci alpino possono infatti contare su 110 chilometri di piste, di tutte le difficoltà, articolate in tre aree: Bormio (50 km 15 impianti), Santa Caterina Valfurva (35 km 9 impianti), Cima Piazzi – San Colombano (25 km 12 impianti). E poi c’è la “Stelvio, la pista dei campioni”, dove si sono disputate due edizioni dei Campionati del Mondo, nel 1985 e nel 2005. Ritenuta tra le più tecniche ed entusiasmanti delle Alpi, questa discesa inizia a 2225 metri, poco sotto la cima del Monte Cimino e termina a Bormio: tre chilometri di muri, curvoni e tratti molto impegnativi, come la mitica traversa della Carcentina.
Chi è allenato può benissimo affrontare il tracciato della Peak to Creek, celebre gara a coppie; si parte dalla Cima Bianca a 3012 metri e si approda a Bormio a 1225, circa 1800 metri di dislivello e 8 chilometri di sciata infinita, come promette il sito della gara.
Chi preferisce lo sci di fondo ha a disposizione vari anelli per un totale di circa 40 chilometri. La pista Alute è adatta a tutti e si sviluppa su un tracciato di circa cinque chilometri, articolati su un ampio pianoro. Più tecnica è invece la pista agonistica di Santa Caterina Valfurva, ideata da Benito Moriconi, preparatore atletico della fuoriclasse olimpica Manuela Di Centa. Su questo tracciato, che ha ospitato anche alcune gare di Coppa del Mondo, si scivola lungo i binari o si pattina in tecnica libera avvolti dal silenzio del Parco Nazionale dello Stelvio.
Passeggiate sulla neve
Il territorio offre infine diverse opportunità di escursioni. Da Santa Caterina Valfurva ci s’incammina con le ciaspole ai piedi per il Sentiero delle Sorgenti o per quello delle Cappellette, nella zona dei Forni o lungo il facile percorso dei Fiocchi, un tracciato ad anello perfettamente segnalato, inaugurato da Emanuela Di Centa nel 2007.
Anche la Valdidentro offre piacevoli passeggiate; dalla località Arnoga, nei pressi dell’Hotel Li Arnoga sulla Statale 301 del Foscagno, ci s’inoltra alla volta dell’Agriturismo Baita Caricc, di norma aperto anche d’inverno. Generalmente ben battuto e segnalato da tabelle specifiche, quest’itinerario, dominato dalle vette del Gruppo Dosdé e Viola, è privo di difficoltà tecniche; può essere percorso con le fat – bike, meglio se dotate di pedalata assistita.
Sempre in località Arnoga, si trova il Centro Italiano Sleddog Husky Village, dove, guidati da Lorenzo Tilli e dal suo team, potrete provare l’emozione di condurre una slitta trainata dai cani lungo la Decauville, sempre nel Parco Nazionale dello Stelvio.
Tutte le immagini del reportage sono di Alberto Campanile