Caro Strudel , ti scrivo ….
Dolce o salato, tradizionale o creativo; di pasta sfoglia o di frolla; con le mele o le fragole; con ricotta o semi di papavero, lo Strudel è sempre lo Strudel.
Il tipo dolce è sicuramente il principe delle leccornie nel nord-est italiano ed europeo. Un cake fortemente trasversale, che soddisfa i palati di molti popoli ed è parte integrante della loro tradizione gastronomica. Dalla Germania all’Austria fino all’Ungheria; dal Veneto al Friuli al Trentino-Alto Adige, i territori dello strudel riservano sempre piacevoli esperienze gourmand
Setacciando le Alpi orientali, tanto Alberto quanto io abbiamo avuto spesso incontri ravvicinati del primo tipo con strudel fragranti e profumati; alcuni ancora caldi di forno, esibiti come trofei dai fornai e pasticceri locali. Altri, abbinati a frutta di stagione o a primizie del territorio; altri ancora accompagnati da un vezzoso ciuffetto di panna montata o dalla classica pallina di gelato vaniglia.
A tarda primavera, ci è capitato, per esempio, di scoprire uno spettacolare strudel alle fragole sull’Altopiano di Pinè, in Trentino, un’autentica delizia traboccante di fragoline coltivate nell’orto di un maso.
A Santa Cristina Val Gardena, abbiamo invece immortalato il pasticcere Perathoner con un’ infilata di strudel appena sfornati, cosparsi di zucchero a velo, che facevano pendant con la prima neve di stagione.
Ma l’incontro forse più incredibile e irresistibile è stato quello a Passo Feudo, a quota 2190 mt, dove Trentino e Alto Adige si incontrano nella cornice grandiosa del Latemar. Fuori, il vento freddo del nord faceva correre le nuvole veloci sopra le nostre teste, preannunciando l’arrivo dell’autunno. Dentro, le spesse mura del Rifugio, offrivano, tra tante specialità, anche una Sinfonia di Strudel -questo il nome dato dalla casa- con 4 diversi tipi di dolce: uno classico di mele; uno di pesche guarnito con spicchietti di frutto fresco; uno di ricotta accompagnato da una salsina ai frutti di bosco e uno di noci adagiato su un morbido letto di crema.
Una festa per tutti i cinque sensi! Una tavolozza di sapori, profumi e colori così intensi e invitanti che, il vero problema era decidere da che parte iniziare.
Esaurite le divagazioni creative, torniamo allo strudel classico, che, tra gli ingredienti di base, assieme a uvetta, noci, pinoli, cannella, ha le mele, uno dei prodotti di punta del territorio, con tante, meravigliose varietà. Prima fra tutte la renetta, come vuole la ricetta tradizionale, ideale per la consistenza e il sapore dolce con una puntina aspra, che lega particolarmente bene con la pasta dell’involucro. Ma ottime sono anche le Golden Delicious della Val di Non, le Royal Gala della Val Venosta, le Stayman bolzanine e via discorrendo.
Anche sulla pasta che contiene il ripieno, i punti di vista non sono concordi ed è giusto dare voce a tutti. A chi sostiene che si debba impiegare una pasta particolare, sottilissima, chiamata, per l’appunto, da strudel. A chi propende per una sfoglia, leggera e friabile. E a chi, infine, sceglie una frolla più compatta e croccante. Che dire? Stiamo parlando di un dolce così buono e invitante, indicato a colazione, come dessert a fine pasto, a merenda o in uno spuntino fuori programma, che risulta difficile scegliere l’uno o l’altro tipo. Meglio lasciar fare alla gola, traendo magari spunto da queste bellissime immagini.
Link utile: www.strudeldimele.com
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