Cile / Chiloé, l’Isola Grande

Scritto da Maurizia Ghisoni | aprile 15, 2017 0

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Dopo aver esplorato l’Isola di Pasqua, vi portiamo alla scoperta di Chiloé, l’Isla Grande, la più estesa delle 3700 isole al largo della costa cilena, nonché la quinta di tutto il sud America.

Conoscere Chiloé significa addentrarsi in un mondo di sorprendente ricchezza culturale e naturale, un microcosmo magico che non ha eguali sulla faccia del pianeta.

Incuriosiscono innanzitutto le architetture, come le palafitos, case dai colori sfolgoranti costruite sull’ acqua, che danno sapore e carattere alle città costiere. O le tante chiese, che mescolano lo stile spagnolo agli elementi autoctoni, un unicum nel loro genere e per questo, dichiarate Patrimonio Unesco dell’Umanità.

E poi la cucina tradizionale, autentica seduttrice di palati, con pietanze servite nelle tejuelas, le scandole di legno e il curanto, uno stufato saporitissimo, fatto con carne, frutti di mare, patate, ortaggi e cotto in buche nel terreno per almeno due ore.

Anche gli abitanti, i chiloti, genti abituate a misurarsi con una natura forte, contribuiscono a conferire un tratto unico a quest’isola e all’arcipelago di cui fa parte. Proprio qui, a Quemchi, nella parte nord-orientale, il 19 luglio 1910 nacque il grande scrittore Francisco Coloane, i cui racconti e romanzi sono lo specchio fedele di queste latitudini.

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Il resto lo fa la natura, con paesaggi da set cinematografico, foreste fitte e scure, spiagge dominate dal fragore delle onde ed entusiasmanti sentieri naturalistici da percorrere a piedi o a cavallo. La vera ricchezza sono i parchi nazionali, come il Parco Nazionale di Chiloé, 430 kmq dalla costa del Pacifico all’entroterra, con ampie distese di foresta indigena sempreverde e più di un centinaio di specie faunistiche, tra cui il raro e incredibile pudù meridionale, il cervo più piccolo del mondo, una di quelle specie che hanno sicuramente fatto la felicità di Charles Darwin, attento studioso anche di questi luoghi. O il Parque Tantauco, con un ecosistema tra i più ricchi di biodiversità al mondo, esteso su una superficie di 1180 kmq e solcato da oltre 130 km di sentieri.

Ma anche le cittadine raccontano spezzoni importanti di vita isolana. Come Ancud, meritevole di una sosta perché, un tempo, prospera e raffinata, con palazzi eleganti, una ferrovia e un lungomare incantevole. Nel Museo Regional de Ancud sono esposti oggetti, reperti, fotografie che ne raccontano la vita quotidiana e il fiorente artigianato. Di grande effetto, il colpo d’occhio dal Fuerte Sant’ Antonio, l’ultimo avamposto spagnolo in Cile, costruito agli inizi del XIX secolo.

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Castro ha un’anima più internazionale e coniuga caratteristiche tipicamente chilote a tratti continentali. E’ molto piacevole percorrere le sue strade tranquille, che partono tutte dalla piazza centrale, setacciare i bei negozi di artigianato e ammirare le palafitte colorate sul lungomare. L’ Iglesia San Francisco, una delle 16 chiese di Chiloé dichiarate Patrimonio Unesco, sfoggia una facciata giallo vivo con decorazioni viola e malva, mentre gli interni sono mossi da un incredibile commistione di stili neogotico e classico. Anche l’ Iglesia Nuestra Señora de Gracia de Nercón, costruita tra il 1887 e il 1888 in legno di cipresso e larice, cattura lo sguardo coi suoi colori sgargianti e una torre alta 25 metri.

A Dalcahue si va invece per acquisti, ogni domenica si tiene la fiera dell’artigianato, dove si possono acquistare manufatti di pregio come maglioni, sciarpe e cappelli in oveja, una lana tinta con pigmenti naturali ricavati da radici, foglie e fango ad alta percentuale ferrosa. Ma sono bellissimi anche i cesti decorati e i souvenir in legno intagliato. Anche a Dalcahue si annida una delle chiese patrimonio Unesco,  Nuestra Señora de Los Dolores, costruita nel 1849 dai gesuiti per convertire gli isolani.

Chonci-Cucao è un piccolo villaggio di pescatori, vittime, in tempi remoti,  delle ruberie di pirati e corsari, nonchè prima tappa nell’opera di evangelizzazione dei gesuiti, che iniziarono proprio dalla parte più meridionale di Chiloé, costruendo la chiesa di San Carlos de Borromeo, anch’ essa Patrimonio Unesco. In città, si può inoltre visitare il Museo Vivente delle Tradizioni Chochinas e il Museo del Acordeon Chilote. Vale infine la pena cimentarsi in un’escursione a cavallo sulle tracce di Darwin, concedersi un pic-nic o una sosta ristoratrice nella pittoresca baia di Cucao, prima di addentrarsi tra le bellezze del Parco Nazionale di Chiloé.

Ultima tappa, la città di Quellón, dove termina la mitica Panamericana, una delle strade statali più lunghe del mondo, che inizia a Fairbanks, Alaska e attraversa tutto il continente americano. Qui si può visitare il Museo Inchin Cuivi An e scoprire la cultura indigena Huilinche, i suoi oggetti, le imbarcazioni, i tasselli della sua storia.

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Ma Chiloé non è un’isola solitaria, del suo arcipelago fanno parte isole minori facilmente raggiungibili in traghetto, come Mechuque, che riproduce in piccolo i tratti dell’isola principale. Quinchao, raggiungibile con una breve traversata da Dalcahue, disegnata da pascoli verdi e minuscoli villaggi di campagna con case di legno e mulini ad acqua. Gli isolotti di Puňihuil, dove convivono i pinguini di Humboldt e quelli di Magellano. I tour marittimi per i turisti portano ad avvistare balene, castori e spettacolari cormorani che hanno colonizzato alcuni versanti. E poi, l’Isla de Lemuy, con spiagge bellissime di sabbia fine, architetture di pregio e atmosfere d’altri tempi.

Link utile: CILE TURISMO  www.chile.travel

Crediti fotografici  Cile Turismo

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