Cremona natalizia, alla festa dei sapori
Quando, a metà pomeriggio, l’ultima lampadina si accende in cima al Torrazzo e piazza del Comune riveste di lucine i suoi meravigliosi monumenti, a Cremona si inizia a respirare aria di Avvento e di Natale.
E’ come se la città, fino a poco prima assorbita dalle attività quotidiane e dal freddo umidiccio della Pianura Padana, si accorgesse che è arrivato il momento di festeggiare e si lasciasse lentamente conquistare dallo splendore di addobbi e luminarie, dalla ricchezza delle vetrine, dall’ indole golosa e buongustaia dei suoi abitanti.
Ecco allora che inizia la ricerca di specialità tradizionali: mascarpone artigianale, mostarde e senapate dal temperamento ardente, Cotechini Vaniglia dal sapore delicato, Salami Cremona dallo spirito sapido, marubini (ravioli) dal sontuoso ripieno di carne, torroni fatti come una volta e panettoni decorati.
Tappa imperdibile sono i tanti negozi e negozietti che propongono la mostarda di frutta, un must, che non può certo mancare in abbinata alle carni lessate o ai formaggi freschi.
Intera, a pezzettoni, lucida, colorata e invitante, occhieggia nelle vetrine dentro ai classici vasetti di vetro o in scatole metalliche dai motivi antichi. Viene preparata con frutti assortiti: mele, pere Williams, pesche, albicocche, ciliegie, ananas, cedri, meloni, canditi e immersi in uno sciroppo di zucchero e glucosio a cui viene aggiunta l’essenza di senape. A seconda della quantità di quest’ultima, la mostarda diventa più o meno piccante, capace quindi di soddisfare ogni palato.
Ma a Cremona, c’è anche chi produce Cotognate e Senapate, specialità di ramo cadetto rispetto alla più blasonata mostarda, ma pur sempre genuine e ottime compagne di bolliti e formaggi. Entrambe hanno come ingrediente base mele cotogne e duracine, mentre un’abbondante dose di senape è quel che differenzia la seconda dalla prima.
Da buoni padani, i cremonesi sono anche figli della civiltà del maiale, che in questa provincia tocca cifre da record in termini di allevamenti e centri di lavorazione delle carni, e che si esprime in grappoli di Cotechini Vaniglia dalla forma tonda e il sapore delicatissimo e file di Salami Cremona, da gustare tagliati a fette piuttosto spesse, per cogliere appieno il connubio armonioso tra carne, aglio, spezie e vino rosso.
Un altro prodotto della tradizione è il mascarpone artigianale, con il quale le massaie preparano golosi tiramisù, farciscono panettoni e condiscono la pasta sostituendolo al burro. Viene preparato con la parte più nobile e grassa della panna di latte, a cui si aggiunge solo succo di limone. Dopo una lunga e attenta lavorazione manuale in caseificio, arriva in negozio sotto forma di grossi pani avvolti in tele bagnate e viene venduto in vaschette trasparenti. Oltre al mascarpone, non mancano naturalmente all’ appello gastro festaiolo forme monumentali di Provolone e di profumatissimo Grana Padano.
E poi c’è il capitolo dei dolci artigianali, magari da gustare e acquistare in una delle pasticcerie storiche della città, quei locali meravigliosamente retro’, tutti specchi e pregiate boiserie, dove scansie e vetrinette traboccano di panettoni e pandori decorati, torte al gianduia, allo zabaione o sacher sormontate da capannine di zucchero o minuscoli paesaggi invernali chiamati simpaticamente presepi; dolci a forma di abete e di stella; piramidi di praline e bon-bon; stecche di torroni e montagne di torroncini della casa venduti in scatole magnifiche, che riproducono il Duomo, il Torrazzo o il Battistero.
A proposito, tra una tappa del gusto e l’altra, non mancate di visitare gli splendidi monumenti cittadini. Cremona ne ha davvero tanti e tutti a distanze comode uno dall’ altro. A cominciare dalla piazza del Comune contornata da edifici che spaziano dal medioevo al rinascimento, quando la città gareggiava in sfarzo con Milano: il Palazzo Comunale d’inizi 1200, nella tipica strutture del broletto lombardo, coi corpi di fabbrica chiusi intorno a un cortile. Al piano nobile, si visitano la Sala del Consiglio e quella della Giunta. E poi, il Duomo, semplicemente magnifico, iniziato nel 1107 e consacrato nel 1592, con la facciata mossa da un doppio ordine di loggette e dal rosone centrale. La sua torre campanaria, nota come Torrazzo, è il simbolo indiscusso della città e con i suoi 111 metri, vanta il primato di torre in muratura più alta d’Europa. E il Battistero ottagonale, gioiello di arte romanica e gotica. Impedibile,infine, il Museo del Violino , in piazza Marconi 5, dove si compie un viaggio attraverso i 5 secoli di storia della celebre liuteria cremonese, con capolavori di maestri come Amati, Stradivari, Guarneri del Gesù.
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Crediti fotografici: www.turismocremona.it
Alberto Campanile