E Biella fa BIS di sapori
Dici Biella e pensi subito ai lanifici, ai brand del lusso (Cerruti, Zegna, Piacenza, Barbera…), al Sacro Monte di Oropa, e non diresti mai che in questa cittadina un po’ su e un po’ giù (parte antica in collina, la moderna a valle), così discreta, defilata, versatile e ultra laboriosa (Città Creativa Unesco), si annidino tesori gastronomici che, da soli, valgono il viaggio.
Me ne sono accorta visitando alcune significative realtà del territorio, come, per esempio, i laboratori della Pasticceria Massera, dov’è tutto un profumo di torcetti, canestrelli, paste di meliga e lingue di gatto.
Degustando i formaggi del Caseificio Rosso, fatti con latte d’alpeggio e stagionati con metodo antico; apprezzando le birre robuste del Birrificio Menabrea che, come molti altri in loco, sfruttano la bontà delle acque che sgorgano dalle montagne (siamo in Alto Piemonte).
E degustando i vini a base di uve Nebbiolo e Vespolina dell’Azienda Agricola del Castello di Montecavallo.
Insomma, esperienze da non perdere e approfondire, perché il territorio offre moltissimo, approfittando magari della rassegna Bis Biella Saperi e Sapori dal 14 al 16 giugno prossimi.
Ma andiamo con ordine, seguitemi!
TORCETTI, CANESTRELLI & C.
La tradizione della pasticceria secca trova nel biellese una terra d’elezione. Stiamo parlando dei tipici torcetti dall’impasto a base di burro e zucchero e dalla forma a goccia. Immancabili a fine pasto sulle tavole locali, accompagnati al tè o tuffati nel vin brulè.
Un altro classico sono i canestrelli, le cui origini risalgono addirittura al Seicento; dopo diverse trasformazioni, si presentano oggi come due cialde rettangolari di wafer, farcite con cioccolato fondente alla nocciola.
Poi, ci sono le paste di meliga, fragranti pastafrolle al mais, con aromi di vaniglia e scorza di limone. E le lingue di gatto, sottili, friabilissime, si sciolgono in bocca.
Ho avuto la fortuna di vedere la produzione di tutte queste squisitezze nei laboratori della Pasticceria Massera a Sala Biellese, cento anni di azienda e quattro generazioni di mastri pasticceri, dove tra grandi impastatrici e rulli che trasportano montagne di biscotti, si viene avvolti da un gran profumo di zucchero e burro, lo stesso prodotto con il latte dei generosi pascoli locali.
MACCAGNO, TOMA BIELLESE E CAPRA BLU
Un formaggio deve essere buono e bello. Buono perché rispetta la tradizione. Bello perché fatto con passione e creatività.
E’ questa la filosofia che da ben 120 anni guida il Caseificio Rosso nella produzione di una nutrita serie di formaggi fatti con buon latte d’alpeggio.
<<La nostra storia inizia tra i pascoli dell’alta Valle Elvo -racconta Riccardo Rosso, uno dei titolari- dove gli allevatori curano il bestiame secondo i ritmi della natura>>.
Il latte della zona, appena raccolto, viene controllato e lavorato in caldaia con i diversi metodi tradizionali. La cagliata va a riempire le fascere, dove il formaggio prende forma e dove è rivoltato più volte fino al termine della fase di riposo, in sala di stufatura.
Le forme vengono quindi messe nella salamoia e infine trasportate negli appositi ambienti di stagionatura, dove riposano e sprigionano i loro diversi aromi. E’ un processo delicato, che richiede mani esperte e tanta passione.
Ed è proprio questo grande lavoro che porta sulle tavole squisitezze come il Maccagno Dop, divenuto Presidio Slow Food, un formaggio semi-morbido di media stagionatura, lavorato anche a latte crudo: <<rappresenta un cru d’eccellenza nella produzione casearia biellese -dice ancora Riccardo Rosso-, sotto la crosta sottile, la sua pasta morbida svela un sapore dolce, un gusto delicato con note di burro>>.
O come la serie delle Tome, dalla Piemontese DOP a quella a latte crudo fino alla Toma Biellese, tutte prodotte con il latte di due munte, ottime compagne della polenta. Per arrivare ai profumatissimi erborinati: Capra Blu, Pecora Blu, Blu Divino, affinati nel vino o nella birra artigianale. E alla golosissima Margot, una formaggetta a pasta tenera, ottenuta dal latte della Pezzata Rossa d’Oropa e dalla birra artigianale aggiunta direttamente nella lavorazione.
CHIARE FRESCHE DOLCI ACQUE
Le acque limpide e cristalline che sgorgano dalle montagne biellesi tengono a battesimo una significativa produzione di birre, che vede attivi sul territorio birrifici grandi e piccoli.
Tra i più noti e antichi d’Italia, anzi il più antico ancora attivo, c’è Casa Menabrea, le cui birre premiate anche a livello internazionale, hanno nell’anima l’acqua pura e leggera delle sorgenti montane di Oropa, prelevate da una roggia fin dal 1846.
Il birrificio con annesso ristorantino in stile birreria tedesca si trova proprio nel centro di Biella; qui si possono degustare le diverse tipologie di birra (bionda, ambrata, rossa, strong e weiss), accompagnandole a robusti piatti di carne o a un delizioso risotto pere e Sbirro, un altro formaggio artigianale affinato in questa birra e prodotto da Casa Botalla, il caseificio che sta proprio di fronte.
Il grande sodalizio tra le due aziende ha inoltre dato vita al Me/Bo, un museo moderno che racconta le storie sia del birrificio che di Casa Botalla, marchio di formaggi piemontesi di alta qualità creato nel 1947.
Nella sezione dedicata a Menabrea, si possono ammirare gli attrezzi, gli antichi macchinari di produzione e le vecchie immagini pubblicitarie, testimonianze preziose di uno straordinario patrimonio culturale.
NELLE CANTINE DEL CASTELLO
A un tiro di schioppo dalla città, sulle colline di Vigliano Biellese, spunta il Castello di Montecavallo, un maniero ottocentesco, costruito sui resti di una casaforte medievale, che rappresenta un raro esempio di architettura neogotica della regione.
A circondarlo, un grande parco con giardino all’italiana e una tenuta vitivinicola, dove si coltivano Nebbiolo, il principe dei vitigni rossi piemontesi e varietà autoctone come Vespolina ed Erbaluce.
Il posto è decisamente bello e accogliente. La cantina antica, ricavata nelle ex scuderie dalle volte ogivali, è oggi un museo del vino ed è affiancata da quella moderna, dove si possono seguire le diverse fasi di vinificazione.
A condurre il tutto, due giovani fratelli, Martina e Tomaso Incisa della Rocchetta, che propongono degustazioni guidate, abbinando il Nebbiolo rosso e rosato vinificato sia in purezza che in blend con Vespolina a stuzzichini con prodotti tipici: toma d’alpeggio con salsa di mela renetta, paletta biellese (un salume ricavato dalla spalla del maiale), cioccolato salato.
Tutto davvero molto buono e ottimamente allestito, a cui si accompagna un evento da non perdere, perché vino e arte sono un’accoppiata top: la mostra Spiriti del Tempo, nel parco del castello fino al prossimo 9 giugno, un itinerario alla scoperta delle coloratissime installazioni a forma di animali del Collettivo Artistico CrackingArt.
E BIELLA FA BIS
Arriva alla terza edizione BIS, Biella Saperi e Sapori, manifestazione con un ricco calendario di eventi distribuiti su tre giorni, dal 14 al 16 giugno prossimi, coinvolgendo tutto il territorio biellese, dalle montagne alla città fino alla Serra e alla Baraggia.
L’iniziativa vuole coniugare il turismo all’enogastronomia, valorizzando le comunità locali e i prodotti d’eccellenza, dai tessuti al vino, dalle birre ai formaggi.
Un’occasione ghiotta, nel vero senso della parola, per scoprire la passione e la competenza dei produttori locali nel dare vita a cibi di qualità al chilometro zero, sfruttando le risorte naturali di questa terra generosissima.
In programma, moltissime attività, tra cui escursioni in bicicletta, visite ai luoghi meno conosciuti, trekking nel Parco della Burcina, un po’ giardino un po’ alpeggio e alla Sierra Morenica, vero e proprio gioiello geologico e archeologico; visite ai caseifici, ai birrifici artigianali, street food e molto altro.
Il tutto a cura di Fondazione Biellezza e dell’associazione Corto Circuito, con il patrocinio di ATL Terre dell’Alto Piemonte, GAL Montagne Biellesi e preview Bolle di Malto.