Enoturismo nella Slovenia sud-occidentale
Gorizia in Friuli e Nova Gorica in Slovenia sono state dichiarate Capitali Europee della Cultura per il 2025, occasione ghiotta per un viaggio dei sensi oltre confine, alla scoperta delle meravigliose colline e dei vini dell’Ovest sloveno, tra le zone di Brda, Vipava, Carso e Istria. Vero e proprio eldorado dell’enoturismo.
Tra queste due terre di confine, cambiano i nomi ma non la bellezza dei paesaggi e la passione vitivinicola di uomini e cantine.Il Vipacco diventa così Vipava, il Collio Brda, il Carso Kras. Ma, scopriamoli insieme!
BRDA, NEL COLLIO SLOVENO
Brda, il Collio sloveno è, al pari di quello friulano, una straordinaria terra di vini. Ci troviamo in una posizione privilegiata, a metà tra l’Adriatico e le Alpi, tra colline soleggiate (sia la parola Collio che la parola Brda significano, appunto, colle) che hanno favorito nei secoli lo sviluppo di vigneti e uve a bacca bianca, come il Sauvignon e la Ribolla gialla, vitigno autoctono per entrambi i versanti della frontiera.
Per questo motivo, il progetto Brda home of Rebula riunisce tanto i viticoltori friulani quanto quelli sloveni, con l’obiettivo di promuovere questo nettare delizioso, giallo come il sole che irradia il territorio.
Tra le cantine locali, segnaliamo Klet Brda Family Wineyard di Castel Dobra, la più grande cantina di tutto il paese, che coinvolge 400 famiglie in una produzione di milioni di litri di vino ogni anno, seguendo i canoni di una produzione sostenibile sia sotto il profilo ambientale che sotto quello economico e sociale.
Per una full immersion nei sapori di Brda, l’occasione da non perdere è Cantine Aperte, una due giorni di festa enologica organizzata da Kontrabánt, realtà locale che organizza tutto l’anno anche i Wine Safari.
NELLA VALLE DELLA VIPAVA
Appena fuori dalla città di Nova Gorica, si apre la Valle del Vipava (Vipacco), terra di vini pregiati dove a dominare è il bianco autoctono Zelèn, contraddistinto da riflessi verdolini e note fruttate di mela e pera.
Tra le aziende, a distinguersi è Sveti Martin, i cui vini raccontano storie da generazioni e riflettono il terroir da cui provengono. La cantina è aperta tutto l’anno per visite e degustazioni che spaziano dallo Zelèn, al Pinela e ai Tresa bianchi e rossi, indiscussi padroni di casa, e poi, Ribolla, Klarnica, Rosé, Barbera, e Merlot.
Da non perdere, anche l’esperienza Winestronaut, astronauti del vino , che consente di immergersi nella bellezza naturale di queste colline, visitando due vignaioli e assistendo in diretta al loro lavoro.
IL CARSO, DOVE VINO E TERRA HANNO LO STESSO COLORE
Ancora più, a sud si apre la regione del Carso, unica per le sue caratteristiche geologiche e mineralogiche, che concorrono a quell’aspetto bucherellato del territorio.
Sono più di 8.000, infatti, le grotte carsiche (termine utilizzato in geologia che proprio qui si è originato) trovate in questa regione, tra cui le più famose sono quelle di San Canziano e di Postumia, ma ogni anno, ne vengono scoperte di nuove.
Questo aspetto geologico influenza da sempre anche la tradizione vitivinicola, che ha nel Terrano il suo vitigno e il suo vino di punta.
Un nettare che va dal rubino al violaceo, forte, maschio, robusto, espressione di una terra ricca di ferro. I grappoli ne assorbono infatti i minerali e conferiscono al vino una sapidità che ben si abbina ai taglieri di formaggi tipici e al prosciutto crudo stagionato dal soffio della Bora.
L’uva del Terrano, oltre a sprigionare sentori di ciliegia e note aromatiche che variano da vigneto a vigneto, vanta anche comprovate proprietà benefiche per la salute.
ISTRIA SLOVENA, OSMIZZE E VIGNETI VISTA MARE
“Andar per frasche, andar per osmizze”, un ritornello che suona familiare tanto ai triestini, quanto agli istriani sloveni.
L’etimologia della parola è slava, deriva dal numero otto e indica i giorni in cui ai viticoltori e ai contadini era consentito, fin dalla fine del Settecento, per decreto imperiale, mescere le eccedenze di vino dell’anno precedente aprendo le cantine e segnalandole con un ramoscello di foglie, la frasca, per l’appunto.
Ancora oggi, è proprio un percorso fatto di frasche a segnalare la presenza di un’osmizza all’interno di un’azienda agricola, lungo le strade di campagna alle spalle del litorale, dove arriva leggera la Bora a pettinare vigneti e oliveti.
Anche fuori dal periodo tradizionale, sono oggi tante le fattorie e le cantine che, su prenotazione, aprono le porte e consentono ai visitatori di gustare i loro prodotti, accompagnati da ottimi Malvasia, Moscato e Refosco.
Tra le cantine dell’Istria Slovena, merita senza dubbio una visita la Tenuta Brič, che grazie a un progetto dell’architetto Boris Podrecca è considerata tra le più moderne ed efficienti al mondo.
Info e crediti fotografici: Ente Sloveno per il Turismo in Italia
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