Salento Coast to Coast
Viva lu Salentu, lu sole, lu mare, lu vientu, recita un vecchio ritornello che, in poche parole, riassume efficacemente i tratti fondamentali di uno degli angoli più belli d’Italia. Il Salento, il famoso Tacco, la punta più orientale della Penisola, racchiusa tra due mari, Adriatico e Ionio, che qui si incontrano e si fondono.
Il sole è uno dei grandi registi di questa terra; generoso in primavera, feroce d’estate, capace di esaltare l’azzurro e il verde smeraldo di uno dei mari più puliti d’Europa. Un mare che accarezza spiagge da tropico e, spinto dal vento, si frange su promontori selvaggi, mossi da grotte con acque trasparenti e merletti di calcare.
L’interno è una sequenza di terre rosse e scure, macchie di ulivi secolari, muretti a secco, vigneti, pianure e altopiani. A mano a mano che ne avanzava la scoperta turistica, di questa terra si sono date molte definizioni. C’è chi l’ha vista una piccola California de noantri, per il clima, le spiagge, i vini corposi.
Chi come una specie di nostrana Porto Alegre, per l’indole socievole della gente, le feste in piazza con le luminarie felliniane, i ritmi scatenati della pizzica, l’antica danza popolare. E chi è arrivato a paragonare il Salento alla Macondo di Garcìa Màrquez, la cittadina di Cent’anni di solitudine, luogo reale e fantastico insieme, dove, in ogni borgo, dietro ogni angolo, in ogni ricamo barocco di chiese e palazzi, c’è sempre qualcosa o qualcuno in grado di sorprenderti e che, magari, da solo vale il viaggio!
Il nostro punto di partenza è Otranto, uno dei centri principali della costa adriatica, chiamata anche porta d’Oriente per la vicinanza alle coste albanesi: da Punta Palascia, Valona dista solo un’ottantina di chilometri. La sua vivacità ha radici antiche. Il ruolo di porto nei commerci tra Lecce, Tiro e Alessandria d’Egitto ne ha forgiato in maniera profonda il carattere e il profilo architettonico.
Con poco più di cinquemila abitanti, Otranto schiude un bel borgo a conchiglia: stradine lastricate di pietra chiara, terrazze a strapiombo sul mare, scorci d’azzurro tra case bianche e balconi fioriti, un imponente Castello Aragonese e una splendida Cattedrale in stile romanico pugliese.
Perlustrando la costa adriatica da nord a sud, non sfugge la sequenza delle antiche torri di guardia, edifici suggestivi e drammatici insieme, costruiti in modo tale che, da uno all’altro, si potessero segnalare con il fuoco avvistamenti sospetti.
E poi ci sono le spiagge, le baie, le località da sogno, come Baia dei Turchi, definita dalla folta macchia mediterranea e mastodontiche rocce a mare. Alimini, con i laghi d’acqua dolce e salata. Frassanito; Porto Badisco, che avrebbe visto l’approdo di Enea e dove ci fermiano per una scorpacciata di ricci mare al Bar da Carlo De Paola.
Santa Cesarea Terme, che tradisce nelle architetture influenze orientali. Castro, con i ghirigori calcarei della sua celebre grotta, la Zinzulusa. Fino alla “fine della terra”, al Capo di Santa Maria di Leuca, oltre il quale è solo mare aperto, solo Mediterraneo. Solo blu.
Ma anche l’interno non è da meno! Da Otranto imbocchiamo la provinciale per Maglie ed esploriamo le campagne di Giurdignano, Minervino, Uggiano La Chiesa, iniziando una specie di viaggio nel tempo, con il mare alle spalle e la strada che si inoltra nei secoli, tra boschi di ulivi centenari, muretti a secco, masserie, contadini coi loro asinelli, menhir e dolmen neolitici.
Una sosta a Maglie quasi si impone, non fosse altro per far scorta di spaghettoni, ziti, tubetti e altri formati dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri. Un nome, una garanzia, verrebbe da dire. Specialità che hanno conquistato gli chef di mezzo mondo, preparate con grano duro, trafilate al bronzo e lasciate essiccare dalle 24 alle 40 ore. www.benedettocavalieri.it
Proseguendo sulla Statale 459, raggiungiamo l’altra sponda del Tacco italico, quella ionica, che schiude una perla come Gallipoli, il cui borgo antico è adagiato su un’isoletta collegata alla terraferma da un ponte.
Il tutto ha un che di magico, esaltato dalle mura, dai bastioni, da vicoli e piazzette affacciati sul mare, dai palazzi fortezza, dalla Cattedrale-pinacoteca di Sant’Agata e dalle tante chiese delle confraternite. Un miscuglio di colori, profumi, architetture, che ricordano un po’ il Marocco, un po’ la Turchia. Del resto, a partire dal XVII secolo, Gallipoli fu un porto di straordinaria importanza: da qui partivano qualcosa come centomila litri di olio al giorno e vi arrivavano spezie e sete dall’Oriente.
Contagioso è anche il suo mercato del pesce, un trionfo di Mediterraneo, dove sbocca il via vai delle barche di pescatori.
Tra montagne di gamberetti, mormore, branzini, gamberoni, molluschi, pesci spada, batte il cuore più verace di Gallipoli,
ed è quasi una festa aggirarsi tra i banchi, mescolarsi alle massaie che di buon mattino fanno acquisti contrattando sul prezzo, ai ristoratori che cercano il pezzo migliore per i clienti, e i turisti, che rimangono affascinati da tanta vivacità.
Imperdibile, anche il litorale attorno a Gallipoli, con le sue acque di cristallo protette dalla Riserva Naturale Marina di Porto Cesareo , con Marina di Ugento e Torre Vado.
I nostri indirizzi
Mangiare
*Otranto Peccato Divino
*Uggiano La Chiesa Masseria Gattamora
*Gallipoli Trattoria La Rosinella
Dormire
*Uggiano La Chiesa loc. Montelauro Masseria Montelauro
*Otranto Palazzo de Mori
*Santa Maria di Leuca Hotel L’Approdo
*Gallipoli Relais Corte Palmieri
Info: Viaggiare in Puglia