Il Lido, l’altra Venezia

Scritto da Maurizia Ghisoni | settembre 6, 2021 0

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Per un veneziano, il Lido è la spiaggia: chilometri e chilometri di arenile accogliente e tranquillità assoluta. Un luogo di fuga, a soli dieci minuti di vaporetto da San Marco e da Rialto.

Per un lidense, invece, l’isola è una specie di caldo e rassicurante ventre materno, uno scampolo di ovattato viver bene, che mai baratterebbe con la terraferma.

Un luogo dove ritmi e tempi lasciano ancora spazio alle quattro ciaàcole sul Gran Viale, a una passeggiata in bicicletta, a un giro in barca. O, anche, a un menù di buon pesce in trattoria, complici atmosfere familiari e sapori veraci, regalati non solo dal mare e dalla Laguna, ma anche dai grandi orti, che i Murazzi difendono dalle mareggiate.

Combattuto per decenni tra la spinta a un maggior sviluppo turistico e la conservazione a isola residenziale, il Lido incarna uno dei volti più sconosciuti e autentici di Venezia.

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Una fettuccia di terra lunga e stretta, che si infiamma di glamour e vip una volta l’anno, in occasione della Mostra Internazionale del Cinema, per ritornare poi ai ritmi di sempre, sorniona e discreta, come la amarono George Byron, Thomas Mann e Henry James.

I simboli dei trascorsi fasti mondani ci sono naturalmente tutti, dai celebri stabilimenti balneari del lungomare Marconi agli alberghi che, nella Belle Epoque, videro teste coronate e personaggi illustri, ma al Lido è piacevole venire per assaporare tranquillità e libertà, insieme ai piccoli riti quotidiani di chi lo abita.   Esploriamolo insieme!

COSA   VEDERE

San Nicolò (Venice)

Partiamo dalla Riviera San Nicolo’, sulla punta orientale, con la chiesa e il monastero millenario immersi nel verde: sono il cuore storico e monumentale dell’isola.

Fino a metà Settecento, era proprio questo complesso dalle origini antichissime (1043-1053) a possederne buona parte. L’originario impianto romanico ha subito nei secoli molti rimaneggiamenti, e oggi ci appare con una bella chiesa a navata unica, i cui interni vantano opere firmate Palma il Vecchio e Palma il Giovane;  un coro sfoggia rilievi seicenteschi sulla vita di San Nicolò; un elegante chiostro cinquecentesco e il campanile barocco.

Il convento è celebre perché conserva  dal 1101, dopo un avventuroso trafugamento in Terrasanta e una contesa millenaria coi baresi, la reliquie di San Nicolò, vescovo di Myra e patrono dei naviganti.

Un tempo, nelle acque antistanti, il giorno della Sensa (l’Ascensione), si svolgeva la suggestiva cerimonia dello Sposalizio del Mare, durante la quale il Doge gettava in mare un anello pronunciando la frase: <<Noi sposiamo te, o mare, in segno di vero e perpetuo dominio >>.

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Dall’imbarcadero, parte via Sandro Gallo, che solca longitudinalmente l’isola per un lunghissimo tratto, schiudendo uno scenario fatto di villini liberty, porticcioli, filari di platani e canali, fino a Malamocco. Una passeggiata magnifica anche per chi ama la bicicletta.

Ville e villini liberty, acquattati attorno al Gran Viale e al lungomare Marconi, testimoniano i fasti del passato, quando, agli inizi del secolo scorso, il Lido era una meta glamour per la ricca borghesia italiana ed europea. Le loro linee eleganti, le fontane, i giardini curatissimi, i gazebo e gli innumerevoli dettagli architettonici raccontano molto di un’epoca straordinaria.

Tra gli esempi di spicco, il Villino Krebser-Beltrami, all’angolo tra via Negroponte e via Loredan; Villa Tonello in via Candia; il Berso di Villa Madonna, all’angolo tra via Zara e via Zeno; il Villino Monplaisir sul Gran Viale angolo via Lepanto e la Casa del Farmacista coi poggioli a conghiglia, su via Sandro Gallo, che ci consente di raggiungere Malamocco, storico e unico borgo dell’isola, che ha mantenuto intatta la sua autenticità.

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E’ molto piacevole passeggiare nel dedalo dei suoi calli, canali e campielli in miniatura; tra le case basse coi muri color latte, ocre e giallino.

C’è chi sostiene che, per capire Venezia, si debba venire proprio qui, a Malamocco, originaria capitale del Dogato e porto antichissimo, inghiottito da un terribile maremoto attorno al 1100 a.C., i cui superstiti avrebbero in seguito fondato la città di San Marco.

Oltre il borgo, sull’estremità occidentale, ultimo scampolo di Lido, si trova Alberoni, poche case e tanta natura, macchia mediterranea fino alle selvagge dune di sabbia e giunchi neri.

Un piccolo eden diventato oasi naturalistica, popolata da fratini, piovanelli, allodole, gruccioni, ballerine e garzette.

Qui, nella bella stagione, ci si può concedere una tintarella tranquilla e solitaria, con Venezia alle spalle. Vicina ma lontanissima.

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Lungo il versante sud dell’isola, per ben 6 chilometri, corrono infine i Murazzi, una muraglia chiara fatta di blocchi giganteschi di pietra d’Istria, che proteggono il litorale dalle mareggiate più violente. La loro costruzione, iniziata nella seconda metà del Settecento, fu perfezionata nel secolo successivo dal famoso ingegnere Pietro Paleocapa, ideatore delle dighe alle bocche di porto. Altri tempi rispetto alle paratie del tanto discusso MOSE e alla loro lunga gestazione.

Anche i Murazzi, nelle giornate di bel tempo, sono meta di passeggiate rilassanti per veneziani e turisti, che hanno modo di assaporare fino in fondo l’anima verace della Laguna.

Informazioni:  Turismo Venezia

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