Kals (Austria), alle pendici del Grossglockner
E‘ un gigante pazzesco, il Grossglockner, la cima più alta dell’Austria a 3798 metri d’altezza. Il Re delle Alpi Orientali, come lo chiamano da queste parti, la cui bellezza è esaltata dal Parco Nazionale degli Alti Tauri, l’area protetta che lo incornicia, la più estesa dell’Europa centrale.
Ai suoi piedi, il paesino di Kals am Grossglockner, uno dei comuni più alti dell’Austria, accogliente e preziosa base di partenza per la Dorfental, una valle dal grande pregio naturalistico, un po’ dolce e un po’ aspra; un po’ selvaggia e un po’ rassicurante, di cui vi raccontiamo.
LA NOSTRA PASSEGGAITA
Partendo da Kals am Grossglockner, delizioso paesino con meno di 1200 anime, dove il regista Michael Ray Rhodes girò alcune scene della miniserie televisiva Heidi, abbiamo risalito una gola dal profilo drammatico, chiamata Daberklamm e camminato lungo una cengia ardita, che taglia a mezzacosta una parete di roccia calcarea a picco sul fiume, che scorre tumultuoso parecchi metri più in basso.
Grazie ad alcune piattaforme metalliche disseminate sul percorso, non è stato e non è difficile immortalare gli scorci più suggestivi di questo ambiente così particolare, a tratti anche un po’ gotico.
Continuando a salire, il paesaggio si apre, diventa meno aspro; il torrente doma la sua esuberanza e scivola tranquillo tra pascoli punteggiati di malghe e vecchi masi in pietra e legno.
Di tanto in tanto, il verde dei monti è interrotto da cascate roboanti o dai resti ghiacciati di poderose valanghe, che il sole estivo non sempre riesce a sciogliere.
Dopo due ore di buon cammino, ecco la sagoma in pietra del Rifugio Kalser Tauernhaus, una struttura massiccia, venuta su tra il 1928 e il 1930 grazie all’impegno delle guide locali.
Nella seconda metà del secolo scorso, il rifugio fu acquistato dalla Sezione del Club Alpino Tedesco, che ancora ne mantiene la proprietà e a 1755 metri di quota, è un punto d’appoggio ideale per chi vuole addentrarsi nel cuore del Parco degli Alti Tauri o sull’Adlerweg, il Sentiero dell’Aquila, un percorso spettacolare, lungo 413 chilometri, percorribili in 33 tappe (9 in Osttirol), nel cuore del Tirolo austriaco.
Se rimangono tempo ed energia, il consiglio è di proseguire fino al bellissimo lago Dorfer, particolarmente fotogenico in questa stagione, quando fioriscono le rose alpine.
A metà degli anni Ottanta del secolo scorso, l’armonia di quest’angolo di Osttirol rischiò di essere compromessa. La Dorfertal avrebbe dovuto ospitare un vasto e profondo lago artificiale, per la produzione di energia idroelettrica. Al progetto si opposero fermamente gli abitanti di Kals am Grossglockner con un referendum popolare il 20 settembre 1987.
Da allora, questa valle è il simbolo dell’impegno a favore dell’ambiente. Una scelta saggia, lungimirante e vincente per un territorio che ha una sola straordinaria risorsa, la natura incontaminata.
Il percorso di ritorno è lo stesso dell’andata e se le papille gustative si fanno sentire, un buon punto di ristoro è l’Hotel Taurerwirt, dove si gustano profumati ravioli ripieni di patate, ricotta ed erbe aromatiche e filetto di cervo con crocchette e verdure
KALS AM GROSSGLOCKNER
Con meno di 1200 abitanti distribuiti tra le diverse frazioni , Kals conserva chiesette solitarie dai campanili slanciati che, di tanto in tanto, spuntano tra pascoli, baite e storici mulini ad acqua. Una cornice davvero di grande effetto!
Alla metà del secolo scorso se ne contavano ben 56 di questi mulini lungo i torrenti Kalserbach e Dorferbach; decimati dalle inondazioni e dalla concorrenza di impianti più moderni, hanno dismesso la loro attività commerciale.
Kals vanta una storia antica, che risale addirittura al secondo secolo avanti Cristo, come testimonia un’ascia rinvenuta in loco e fu base di insediamento per Romani, Slavi e Germani.
E’ un piccolo eden per amanti della natura e della vita all’aria aperta, a cui offre 250 chilometri di sentieri, di cui alcuni organizzati a percorso didattico, con pannelli e approfondimenti su aspetti inediti del territorio, dalla vegetazione alla gestione della malghe, dai minerali alla genesi del paesaggio.
Gli undici rifugi offrono riparo e un’ospitalità golosa, declinata dai migliori piatti regionali, spesso realizzati coi prodotti biologici locali. Qui è tutto un trionfo di canederli con lo speck, spätzle, zuppa di goulash e torte appena sfornate.
Ciò che più attrae è, naturalmente, il Grossglockner, la cima più alta dell’Austria (3798 mt), la cui storia è raccontata da una mostra permanente presso l’Ufficio informazioni Turistiche del paese.
La prima ascensione fu effettuata il 28 luglio del 1800 da Sepp e Martin Klotz, Martin Reicher, Matthias Hautzendorfer e da un altro alpinista di cui s’ignora l’identità. Mentre, il primo settembre del 1853, Josef Mair, Josep Schnell e Johann Ranggtiner di Kals salirono la montagna dal versante del Tirolo Orientale
Ma la cosa singolare è che il Grossglockner ha un proprietario: l’Österreichischer Alpenverein, il Club Alpino Austriaco. Nel 1914 un facoltoso signore palesò il desiderio di acquistare una porzione considerevole del versante carinziano della montagna, per sfruttarla per la caccia. Fortunatamente, un ricco e illuminato industriale di Villach, Albert Wirth, si oppose, la acquistò e donò al Club Alpino 42 chilometri quadrati dell’area del Grossglockner – Pasterze – Gamsgrube.
Ogni anno, più di 5000 alpinisti attrezzati con piccozza, ramponi, imbracatura e corda, raggiungono la sommità della vetta più ambita del Paese, dove, per commemorare i duecento anni dalla prima ascensione, è stata posizionata una croce metallica di ben 450 chili.
IL PARCO DEGLI ALTI TAURI
Il Grossglockner rientra nei confini del Parco Nazionale degli Alti Tauri (Nationalpark Hohe Tauern), il più vasto dell’Europa Centrale. Istituita nel 1981, l’area protetta abbraccia circa 1800 chilometri quadrati, articolati in tre regioni: Carinzia, Salisburgo e Tirolo.
Vi si contano oltre 400 vette di oltre 3000 metri, laghi cristallini, cascate, boschi e praterie sconfinate; qui prosperano 1800 varietà di piante e 10000 specie di animali. Tra questi i cinque simboli del Parco: l’aquila reale, il gipeto, il camoscio, lo stambecco e la marmotta.
INFO
Crediti fotografici: Alberto Campanile