Parco della Maremma (Toscana) , vita da butteri .

Scritto da Redazione | luglio 28, 2015 0

Butteri[1]

Nel cuore del Parco Naturale Regionale della Maremma, l’Azienda Agricola di Alberese è un’immensa tenuta di 4600 ettari (circa il 40% del Parco) di proprietà della Regione Toscana, dove si coltivano oliveti, vigneti, campi di grano, orzo, lino e pomodori. Dove si allevano cavalli e vacche di razza maremmana dalle corna imponenti, a forma di lira. E dove vivono e lavorano i butteri, i cowboy della Maremma, una delle figure più caratteristiche e affascinanti di questo spicchio di Toscana. Mandriani espertissimi che, in ogni giorno dell’anno (anche la domenica, a Natale, a Capodanno…) e con qualunque condizione meteorologica, si prendono cura del bestiame, passando in rassegna le mandrie, individuando le femmine prossime al parto, domando i puledri, controllando pascoli, recinzioni e punti di abbeveraggio; trasferendo centinaia di capi da un pascolo all’altro e, nel periodo degli accoppiamenti, separando dal branco le femmine che appartengono alla stessa linea di sangue dei maschi riproduttori: operazione che si può fare solo se si conoscono vacche e cavalli uno per uno.

I butteri si riconoscono anche dall’abbigliamento: giacca di velluto o fustagno, cappello, stivali di cuoio, una grande mantella per ripararsi dalla pioggia, una copertura di pelo di pecora sui calzoni e, tra le mani, il bastone chiamato uncino, per tenere a bada gli animali più riottosi. Il loro è un lavoro impegnativo, che richiede passione e dedizione totali (non a caso, si tratta di una figura a rischio di estinzione), ma che in cambio regala un grande senso di libertà, il piacere di cavalcare tra selve e pascoli senza orari e abitudini fissi, perché qui, ritmi e orari, li stabilisce la natura. Capita infatti che vacche e cavalli, ogni tanto, rompano i recinti e scappino, costringendo il buttero ad alzarsi dal letto nel cuore della notte per andare a cercarli. Magari sotto la pioggia.

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Cavalli e vacche maremmani sono uno dei simboli del territorio. Il primo, forte, robusto e d’indole focosa, è per il buttero un infaticabile compagno di lavoro. Le seconde sono caratterizzate da un mantello che va dal grigio al bianco sporco, da grandi corna a forma di lira con le quali riescono a districarsi nella fitta macchia mediterranea; appartengono a una razza da carne di origine asiatica, molto diffusa, un tempo, tra la bassa Toscana e l’alto Lazio. L’azienda di Alberese, oltre ad essere una fucina di attività agricole, è anche un punto di accoglienza, i comodi alloggi della Fattoria Granducale e dell’agriturismo sono una sistemazione ideale per chi vuole osservare da vicino i butteri, partecipare alle loro attività,  fare passeggiate a cavallo e godersi la natura generosa della Maremma toscana.

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