Ravenna nell’anno di Dante, cosa fare e cosa vedere
Anche Ravenna, come Firenze, Verona e altre città, è in prima linea nelle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, con un palinsesto di iniziative ricco e assolutamente interessante.
La città fu l’ultimo rifugio del Divin Poeta, che qui visse anni sereni, agiati e artisticamente fruttuosi, ospite di Guido Novello da Polenta, che seppe valorizzarne la caratura culturale, facendolo sentire amato e stimato concittadino.
Le sue spoglie, gelosamente custodite e mai cedute alle rivendicazioni dei fiorentini, sono il simbolo di un culto che dura da ben sette secoli. E aldilà delle celebrazioni, l’amore della città per Dante è qualcosa di palpabile nella vita quotidiana. Qualcosa che si può facilmente cogliere dappertutto, dalle installazioni luminose con piccoli passi della Divina Commedia che vivacizzano la sera le vie del centro alle icone pop che fanno capolino su muri e vetrine.
DANTE A RAVENNA
Giunse a Ravenna attorno al 1318, il Divin Poeta, accolto con onori dal podestà Guido Novello da Polenta, il quale, oltre a garantirgli una permanenza tranquilla e agiata, aveva come lui interessi letterari.
A Ravenna, Dante aveva una casa, poteva vivere con i figli Pietro, Jacopo e Antonia, entrata poi in convento, godeva di una certa tranquillità economica grazie a due rendite su immobili ed era circondato da sodali che, come lui, coltivavano il pensiero filosofico, scientifico e, naturalmente, letterario.
Più che un cortigiano era dunque un cittadino, onorato e rispettato. I suoi doveri verso l’ospite si concretizzavano in qualche prestigioso incarico diplomatico, esperienza che gli fu, purtroppo, anche fatale, perché, proprio al rientro da una missione a Venezia, nell’estate del 1321, Dante fu colpito da febbre malarica, che lo portò alla morte dopo poche settimane, il 13 settembre, data che, ogni anno, viene ricordata con celebrazioni solenni.
Il periodo ravennate fu anche uno dei più prolifici dal punto di vista letterario. E’ proprio qui che, secondo la tradizione, Dante scrisse gli ultimi 13 canti del Paradiso, completando così la Divina Commedia.
I LUOGHI DI DANTE
Luogo cult è la sua Tomba, una tempietto bianco in stile neoclassico, con gli interni rivestiti in marmi policromi e decorato da un bassorilievo quattrocentesco di Pietro Lombardo.
E’ un luogo semplice e al tempo stesso solenne, realizzato dall’architetto ravennate Camillo Morigia (1781) e annidato nella parte di centro storico consacrato alla memoria del Divin Poeta.
E’ qui, che dopo varie peripezie, le spoglie trovarono il meritato riposo, sottratte alle rivendicazioni dei fiorentini e nascoste durante l’occupazione nazista.
Per questo settecentenario, la tomba è stata completamente restaurata e dotata di un nuovo impianto di illuminazione. Ogni 13 settembre, in ricordo della morte, si svolge qui la solenne cerimonia dell’Annuale, durante la quale, una delegazione del comune di Firenze dona l’olio per la lampada votiva che arde dentro il sepolcro.
Sempre qui, ogni giorno al tramonto, si tiene l’iniziativa “L’ora che volge al disio”, la recita di un canto della Divina Commedia da parte di chi si candida (previa registrazione) a lettore.
A due passi, nei chiostri del Convento di San Francesco, è stato riallestito il Museo Dantesco, con pitture, sculture e cimeli vari. Mentre a destra della tomba, sorge il Quadrarco di Fortebraccio, l’antico oratorio collegato un tempo alla chiesa di San Francesco, dove nel 1865 furono esposte per la prima volta le spoglie dantesche, ritrovate fortuitamente durante lavori di ristrutturazione.
Raccomandata è anche una visitina all’antica basilica di San Francesco (X-XI secolo e successivi interventi), tanto cara alla famiglia Da Polenta, dove il poeta si rifugiava a pregare e meditare e dove furono celebrati i suoi funerali.
Ma tanti sono ancora i luoghi legati alla sua memoria! Come la Biblioteca Classense, un’istituzione prestigiosa, accasata in un convento camaldolese del XVI secolo, che conserva un eccezionale patrimonio librario, tra cui spicca la collezione dantesca del libraio-editore Leo Olschki, comprendente quasi tutte le principali edizioni della Divina Commedia dal XV secolo in avanti.
Tutti gli anni, la Biblioteca ospita le Letture Classensi, ciclo di conferenze inaugurate nel 1921, che vedono la partecipazione dei più grandi esperti dantisti mondiali.
O gli straordinari monumenti paleocristiani e bizantini, dichiarati Patrimonio Unesco, con i meravigliosi mosaici, che Dante ebbe sicuramente modo di vedere e che lo ispirarono nella stesura dei vari canti.
Come il corteo imperiale di Giustiniano, nella basilica di San Vitale, che ritroviamo nel VI canto del Paradiso, in cui l’imperatore è rappresentato come esempio di monarca perfetto. O i cortei di martiri e vergini in Sant’Apollinare Nuovo, che riecheggiano la processione dei “ventiquattro seniori” vestiti di bianco, nel XXIX canto del Purgatorio.
O ancora, la cupola del Mausoleo di Galla Placidia coi quattro animali dell’Apocalisse. Mentre la croce gemmata del catino absidale di Sant’Apollinare in Classe è ravvisata negli spiriti luminosi che compongono i bracci di una croce con al centro Cristo, nel XIV canto del Paradiso.
EVENTI E INFORMAZIONI UTILI
Poiché fino al 31 dicembre gli eventi dedicati a Dante Alighieri si alternano con frequenza quasi giornaliera, vi invitiamo a consultarli al sito www.vivadante.it. Gli eventi toccheranno il clou nel secondo weekend di settembre ( il 13 cade l’anniversario della morte), quando si potrà approfittare anche dell’iniziativa Incontro a Dante-Percorsi guidati nella ravenna del Sommo Poeta, a cura delle guide turistiche de Il Cammino di Dante.
Non dimenticate inoltre che, a Ravenna, arriva anche il Treno di Dante, che parte da Firenze e raggiunge la città romagnola attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano, che fu uno dei teatri del suo esilio e delle sue peripezie.
Per tutte le informazioni utili, come parcheggi, orari monumenti, alberghi, ristoranti…, si può far riferimento allo IAT in piazza San Francesco 7, www.turismo.ra.it.