Rosso, riccio e di Parma
Salve! Mi chiamo Riccio, sono di Parma e sono un pomodoro di antica varietà autoctona, coltivato nelle cosiddette terre rosse di pedemontana, a sud della città ducale, tra i paesi di Traversetolo e Felino, dove trovo il mio habitat ideale.
Oltre a essere bello rosso e più grande rispetto alla maggior parte dei pomodori, raggiungo con la mia pianta altezze ragguardevoli, anche i due metri e mezzo, e mi presento con morbide, sensuali solcature e spalla verde sulla buccia, che è tenera tenera e richiede un’accurata raccolta a mano.
Proprio questa delicatezza non mi rende incompatibile con i metodi della raccolta meccanica, questo ha fatto sì che, nel tempo, la mia varietà cadesse quasi in disuso. E se non fosse stato per la buona volontà dell’Associazione degli Agricoltori, che ha conservato i semi, oggi, io e i miei fratelli, saremmo belle che estinti!
A mano deve avvenire non solo la mia raccolta, ma anche la semina; il sistema di coltivazione a sostegni consente alle foglie di catturare i raggi del sole in modo omogeneo e a me, che ne sono il frutto, di essere più sano e vigoroso.
Per fortuna, oggi sono qui, a colorare e animare mercati, sagre, rassegne gastronomiche; ho furoreggiato anche alla recente edizioni di Cibus a Parma e la mia raccolta non si ferma neppure in queste settimane.
Oltre a una polpa generosa, ho anche un sapore dolcissimo, con una leggera punta acida. Dell’insalata sono il re, solo o con altre verdure, e sotto forma di passata, sono una vera bomba, il compagno ideale per paste, pizza, carne e pesce.
Venduto fresco o lavorato in vasetti da 500 grammi, ho inoltre il pregio di essere un prodotto biologico certificato. Il che non è poco.
Se non vi annoio, vi racconto brevemente la mia storia.
Molto probabilmente, ero presente da secoli sulle tavole parmensi, ma a partire dall’800, grazie all’interessamento del professor Carlo Rognoni, noto agronomo, la mia varietà acquisì dignità piena e se ne implementò la coltivazione.
Appassionato agricoltore quale era, Rognoni sperimentò in prima persona la mia coltivazione in campo a “La Mamiana”, il suo podere di Panocchia, oggi sede dell’Agricola Colla, una delle tre aziende che mi coltivano, insieme all’Agricola Centrale della Frutta,a Bannone di Traversetolo e all’Agricola La Torre, a Pilastro di Langhirano.
Il professore intuì fin da allora tutte le mie potenzialità, soprattutto sotto forma di conserva e grazie alla sua determinazione, furono in tanti a seguirlo, facendo della mia varietà una delle coltivazioni di punta nella pedemontana parmense.
Sulla scorta del suo esempio, la locale Associazione degli Agricoltori ha effettuato studi e selezioni di semi, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, rilanciandomi alla grande come coltivazione autoctona e biologicamente certificata.
Dove potete trovarmi
Oltre che presso le aziende menzionate, mi vedrete occhieggiare tra gli scaffali del Rural Market a Parma, in Borgo Giacomo Tommasini 7/b
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