Sardegna, terra di cammini tutto l’anno
La Sardegna è una delle mete ideali per un turismo lento e sostenibile, legato ai percorsi spirituali e ai pellegrinaggi che, nei secoli, hanno creato una preziosa trama di siti, ambienti e paesi di grande interesse storico e culturale.
I valori di comunità e accoglienza sono il cardine di un importante progetto articolato in Cammini di Sardegna, Destinazioni di Pellegrinaggio e Luoghi Francescani, tramite il quale la regione vuole offrire l’opportunità di scoprire i tratti più autentici dei territori, sentendosi parte delle comunità che lo abitano, enfatizzando la dimensione spirituale e culturale di borghi e centri caratterizzati da devozione profonda, ma anche connessi ad altri modi di vivere la vacanza, legati in parte alle attività outdoor, alle reti escursionistica e cicloturistica, alle passeggiate a cavallo o al mitico Trenino Verde.
Scopriamo allora insieme alcuni di questi cammini, tranquillamente praticabili lungo tutto l’arco dell’anno.
IL CAMMINO MINERARIO DI SANTA BARBARA
Incarna l’anima del Sulcis, il Cammino Minerario di Santa Barbara; una terra caratterizzata da un lungo tratto di mare da Teulada e Sant’Anna Arresi fino alla Costa Verde, su cui si affacciano il monte Arcosu, il sistema montuoso Marganai-Linas-Arcuentu e le colline dalla valle del Cixerri.
Sono rilievi ricchi di giacimenti metalliferi, per secoli risorsa del territorio e delle sue genti.
Il cammino, inserito nell’Atlante digitale dei Cammini Italiani del Ministero dei Beni Culturali, si sviluppa lungo antichi sentieri, mulattiere, siti minerari e ferrovie dismessi, toccando i luoghi di culto dedicati a Santa Barbara, protettrice dei minatori.
Fu proprio nel 1952, nei dintorni di Iglesias, che fu scoperta per caso la grotta della santa, risalente a 500 anni fa.
L’intero percorso di circa 400 chilometri si articola in 24 tappe, da percorrere a piedi o in mountain bike, nel Sulcis-Iglesiente e nel Guspinese, scoprendo uno straordinario patrimonio paesaggistico e storico-culturale, ricompreso nel parco Geominerario della Sardegna.
Dai monti al mare, da boschi alle dune di sabbia, lungo il percorso si ammirano il centro medioevale di Iglesias, la costa di Nebida e Masua, la miniera di Serbariu, Porto Flavia, Montevecchio e le vestigia archeologiche di Sant’Antioco.
SULLE ORME DI MARTIRI ED EVANGELIZZATORI
Un mix grandioso di suoni, colori e costumi sontuosi, che si ripete identico e puntuale da quasi quattro secoli e coinvolge un’isola intera: è la festa di Sant’Efisio che, dal 1° al 4 maggio di ogni anno, rievoca le gesta del santo guerriero, nato nel 250 d.C. e il voto a lui rivolto affinché sconfiggesse la peste del 1652.
La processione da Cagliari a Nora con ritorno è tra le più antiche e lunghe al mondo (65 chilometri) e tocca l’animo di chiunque vi partecipi.
Il Cammino di Sant’Efisio è tranquillamente percorribile partendo dal capoluogo sardo fino alla chiesetta romanica sulla spiaggia di Nora, luogo di martirio del santo, con tappe a Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e Pula.
Da Cagliari parte anche il Cammino di San Giorgio Vescovo, che ripercorre l’opera di evangelizzazione del santo, vescovo di Suelli, vissuto tra XI e XII secolo, accompagnata dalla memoria popolare dei suoi miracoli.
Il percorso attraversa una trentina di piccoli e grandi centri custodi di un inestimabile patrimonio naturalistico e culturale; si spazia dal basso Campidano (Parteolla, Trexenta, Sarcidano) fino all’ Ogliastra e alla Barbagia, con tappa ultima a Oliena.
TRA COMUNITA’ AUTENTICHE
Sei borghi, da sempre tappa di pellegrinaggio, danno vita a un circuito bellissimo e molto ricco dal punto di vista della natura, della spiritualità, dell’arte, delle tradizioni e della gastronomia.
Il primo è Galtellì, che fa parte dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, dove i momenti salienti dell’anno liturgico sono accompagnati dalle confraternite di Santa Croce e delle Anime dal 1612, data in cui avvenne il miracolo della sudorazione del Crocifisso.
Qui, le tradizioni si perpetuano anche nella produzione di ottimi vini rossi, nell’utilizzo degli antichi telai e nella raccolta di erbe selvatiche endemiche, che arricchiscono piatti semplici e gustosi.
Dorgali è una delle località turistiche più rinomate del nuorese e dell’intera Sardegna, con luoghi come Cala Gonone, Cala Luna, la Grotta del Bue Marino, che non hanno bisogno di molte presentazioni.
Non tutti però sanno che Dorgali è anche un importante centro di cultura legato alla civiltà agropastorale, a celebrazioni e riti sacri, nonché paese natale della beata suor Maria Gabriella Sagheddu, figura di riferimento del cattolicesimo, in quanto icona ecumenica internazionale e promotrice del dialogo interreligioso.
A Orgosolo, nacque nel 1919 la martire Antonia Mesina, proclamata santa nel 1987, il cui corpo riposa nella cripta della chiesa di San Salvatore, in un sarcofago dalle linee essenziali, con l’immagine della giovane donna in costume sardo, realizzato a mano da un laboratorio didattico del paese, dove si alleva ancora il baco da seta “razza di Orgosolo”, l’unico al mondo a produrre una seta di colore giallo anziché bianco.
Laconi è invece la terra di Sant’Ignazio, il più venerato della Sardegna, che attira ogni anno migliaia di pellegrini. Tra le viuzze, si snoda un percorso di fede in dieci tappe, compresa la casa natale del santo, che seguì in tutto la regola francescana.
La visita può quindi proseguire nel Menhir Museum e nel bel parco Aymerich, con i resti di un antico castello.
Gesturi è un posto incantevole, intriso di eredità nuragiche e devozione intensa, luogo di nascita del beato fra’ Nicola, tutt’ora molto amato e venerato.
Il suo territorio occupa in parte l’altopiano della Giara, un tempo vulcano imponente, oggi, oasi incontaminata, dove animali e vegetazione vivono in simbiosi.
Infine, Sant’Antioco, gettonata località turistica, con alle spalle vicende ultramillenarie intrise di pathos e devozione.
Il santo, che da’ il nome alla cittadina e a cui è dedicata la basilica locale, è anche il patrono della Sardegna e a lui è dedicata, 15 giorni dopo Pasqua, la più antica sagra religiosa dell’isola, che si ripete puntualmente ogni anno dal 1615.
A quei tempi, l’isola disabitata veniva invasa pacificamente da migliaia di fedeli che celebravano il martire. Oggi, il sabato prima de sa Festa manna, si svolge la sfilata de is coccois (il pane cerimoniale); mentre il primo agosto si tiene una seconda sagra, con sfilata nei costumi tradizionali.
I LUOGHI FRANCESCANI
I Luoghi francescani in Sardegna coinvolgono ben 14 centri, che offrono l’opportunità di conoscere la storia del francescanesimo sull’isola e il suo indelebile lascito culturale, i cui valori portanti sono spiritualità e accoglienza.
Valori che oggi ispirano una rete che mette assieme città come Alghero, Cagliari, Iglesias, Oristano e Sassari; borghi come Bosa e Castelsardo; mete di pellegrinaggio come Gesturi, Laconi, Luogosanto e altri centri che hanno vissuto appieno l’esperienza francescana: Fonni, Mores, Pula e Sanluri.
La tipica ospitalità dei cappuccini, dei frati minori e dei conventuali tiene a battesimo una dimensione introspettiva, la sensazione di pace interiore, ricerca e punto d’arrivo di ogni pellegrino.
Info I Cammini della Sardegna
Crediti fotografici: E. Cavalli; G. Mulas; R.Tomasi per Sardegna Turismo
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