Thailandia del Nord / Tra le Genti delle Montagne
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Se avete letto il post Tailandia del Nord, Laigei degli Elefanti, siete pronti a seguirci nella scoperta dei villaggi dei Chao khao, le Genti delle Montagne, nella Tailandia del nord. Si tratta di tribù indigene che da tempi immemorabili abitano le colline ricoperte di giungla tra Chiang Mai, Chiang Rai e Mae Hong Son.
Andare a conoscerli, seguendo antichi e meravigliosi sentieri di trekking nella boscaglia più fitta, significa non solo fare un salto indietro nel tempo, ma soprattutto immergersi in un mondo di usi, costumi, tradizioni, religioni tra i più ricchi e affascinanti d’Oriente.
Spezzoni di Vecchia Asia come quelli che, nei suoi libri, ci descriveva Tiziano Terzani.
NEI VILLAGGI AKHA
Dopo ore di marcia nella giungla, arriviamo ai villaggi delle tribù Akha, gente semplice ma ospitale, che ci accoglie con il sorriso e ricambia la nostra curiosità con altrettante attenzioni.
I loro villaggi sono manciate di capanne di rami e bambù dentro le quali ci sono un angolo per il focolare e alcuni vani privi di letti. Quel che più ci colpisce sono però i copricapi delle donne, appariscenti e originalissimi, simboleggiano l’ingresso delle ragazze nel mondo degli adulti. Guardate queste foto e diteci se non sono eccezionali!
Sono copricapi composti da una fascia-calotta, tutta coperta di monete, sfere d’argento, pendenti e fili di perle colorate, che cingono il viso e scendono a coprire quasi completamente il petto. Ad amplificare l’effetto, è anche il vestito nero sul quale sono applicati nastri e guarnizioni a tinte vivaci.
La nostra guida ci spiega che, per le tribù montane, i monili d’argento, oltre che simbolo di ricchezza, sono anche talismani contro gli spiriti maligni della giungla. Spiriti che ogni villaggio cerca di esorcizzare all’interno di una zona sacra, la cosiddetta “Casa degli Spiriti”, in cui si depongono offerte e si onorano enigmatici simulacri in legno.
La vita, nei villaggi Akha, scorre tranquilla, in perfetta sintonia con la natura. I più vivaci e spensierati sono, come sempre, i bambini, dai bebè, a cui mamme e nonne fanno il bagnetto e coccolano a dovere, ai più grandicelli, che si divertono tuffandosi nelle acque fresche del torrente e saltando in groppa a un bufalo mansueto.
L’economia di queste tribù delle colline dipende dall’allevamento degli animali da cortile, dall’artigianato, dal riso, dai cereali e da colture alternative, che il re della Thailandia ha costantemente incentivato per scoraggiare i campi di oppio.
Qui la gente è povera, ma al tempo stesso dignitosa, orgogliosa e generosa. Da qualunque parte di mondo qualcuno arrivi è sempre accolto con disinteressata gentilezza, il sorriso non manca mai.
CON LE DONNE DAL COLLO LUNGO
Ce ne rendiamo conto anche quando raggiungiamo il villaggio di Hauy Suà Tao, vicino a Mae Hong Son, abitato dalle famiglie delle “donne dal collo lungo” (non vi venga in mente di chiamarle donne giraffa, offesa imperdonabile!), fuggite dalla Birmania, per scampare alla guerriglia che, per anni, ha contapposto le tribù delle colline al governo.
Si chiamano così perché il loro collo è circondato e sostenuto da una lunga fila di anelli in ottone, che può anche superare i dieci chili di peso. Nel corso di una cerimonia solenne, il primo di questi anelli viene messo al collo delle bambine a partire dai cinque anni, posizionato tra la nuca e la parte inferiore della mandibola. Con il passare del tempo, si aggiungono altri anelli, fino a formare una specie di spirale d’ottone che, nelle donne adulte, può contare fino a venti anelli. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i rilievi radiografici sul busto di queste donne hanno dimostrato che la lunghezza del collo (anche 25 centimetri) è legata principalmente all’abbassamento della cassa toracica. A causa di questa deformazione e dell’atrofia muscolare, nessuna donna adulta riuscirebbe a sopravvivere senza gli anelli di bellezza, senza questa pesante gorgiera d’ottone che, tuttavia, non impedisce loro di dedicarsi alle attività quotidiane, alla cura della famiglia e ai lavori artigianali, come la tessitura.
Su rudimentali telai di legno riescono a tessere stoffe coloratissime e resistenti, con cui confezionano abiti, borse, cinture e altri manufatti, acquistabili nei loro villaggi o nei mercati di Chiang Mai e Chiang Rai, dove confluisce quasi tutto l’artigianato delle Genti delle Montagne.
A proposito, vi piacerebbe scoprire anche Chiang Mai, uno dei centri principali del nord della Tailandia? Se sì, cliccate qui e avrete a disposizione una guida che vi condurrà tra le meraviglie della città dei 300 templi e nelle zone meno scontate, ma non per questo meno affascinanti.
Link utile: Ente Nazionale per il Turismo Thailandese
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