Una Gita a Verona parte prima
Quel che apprezzo sempre di una città bella, anzi bellissima, come Verona è la compattezza. In poche decine di minuti di passeggiata, le strade, le piazze, i monumenti più belli diventano patrimonio culturale di chi la visita. E non è poco!
L’itinerario che prediligo parte da piazza Bra’, la piazza dell’Arena, attorno alla quale si diramano strade servite da parcheggi, un settore comodo e non troppo costoso per lasciare l’auto. La piazza vede sempre un certo fermento, l’Arena è ovviamente l’attrazione principale, ma a renderla bella, soprattutto al tramonto quando si accendono le luci, è anche l’infilata dei palazzi storici e quello che i veronesi chiamano Il Liston, l’elegante passeggio lastricato che, fin dal ‘700, tiene a battesimo lo struscio serale.
Una visita all’Arena è un must, non capita tutti i giorni di vedere un anfiteatro romano del I secolo d.C. così perfettamente conservato. Se, poi, si ha anche la fortuna di poter partecipare alle sue stagioni operistiche e di balletto (tutti gli anni, da fine giugno a fine agosto), vedere e ascoltare dal vivo le stelle della lirica e della danza, sullo sfondo di coreografie spettacolari, che portano spesso la firma di registi celebri, il gioco è fatto!
Da piazza Bra’ parte via Mazzini, la principale arteria del centro, storica strada dello struscio e dello shopping elegante. Negozi alla moda, vetrine patinate, atelier con i marchi più prestigiosi hanno preso il posto delle antiche botteghe settecentesche. A rendere l’atmosfera più vivace sono i gruppi musicali e gli artisti di strada, che si esibiscono ai suoi due estremi.
Percorrendola tutta, da sud a nord, si raggiunge Piazza delle Erbe, cuore e simbolo del centro storico, racchiusa tra così tanti e meravigliosi torri e palazzi, che non si sa da dove iniziare a posare lo sguardo. Ci sono case medievali con grandi bifore e merlature, come la Domus Mercatorum. Torri massicce e incombenti, come quella del Gardello; dimore rinascimentali con la facciata ricoperta da affreschi e residenze barocche dalle linee eleganti come Palazzo Maffei. Al centro, la fontana con la statua di Madonna Verona, una giovinetta dallo sguardo sognante e le braccia aperte in segno di accoglienza. Tutti i giorni, tranne la domenica, la piazza è animata da un mercato tradizionale, con gli ambulanti, i piassaroti come li chiamano qui, che sistemano la merce sotto grandi ombrelloni bianchi.
Nonostante il mercato sia diventato uno spazio sempre più a misura di turisti, vale la pena immergersi nelle sue atmosfere colorate; partecipare al piccolo rito dell’acquisto di un bicchierone da passeggio di frutta fresca fatta a pezzi, soprattutto nelle giornate più calde.
Attorno alla piazza, è un via vai continuo di avventori nei negozi e nei caffè dove, a tarda mattina e al tramonto, ci si ritrova per lo spritz, il tradizionale aperitivo rosso, a base di vino bianco secco e (in genere) Aperol, accompagnato da olive e stuzzichini golosi. Come potete capire, Piazza delle Erbe è un microcosmo che non si ferma mai. Il tutto, sotto lo sguardo di un Leone di Venezia, la cui statua svetta sullo sfondo, in cima a una colonna altissima.
Pochi passi da Piazza delle Erbe, attraverso il cosiddetto Arco della Costa, da cui pende una curiosa quanto incredibile costola di balena, ed ecco Piazza dei Signori, simbolo della Verona scaligera, con al centro il monumento a Dante Alighieri e attorno, una serie di palazzi storici nei toni del cotto e della pietra, i cui stili spaziano dal tardo medioevo al rinascimento: Palazzo del Capitano e della Prefettura; Loggia del Consiglio e Palazzo della Ragione, che ingloba anche l’altissima Torre dei Lamberti, su cui vale la pena salire, con un comodo ascensore, che in pochi minuti conduce quasi alla sommità. Pochi gradini ed ecco un panorama a trecentosessanta gradi sulla città, con l’Arena così vicina, che sembra di poterla toccare allungando una mano.
E poi, l’Adige; i ruderi del Teatro Romano; il Campanile della chiesa di San Zeno e quello di Santa Anastasia. Uno spettacolo grandioso e, sullo sfondo, le colline del Soave a est, quelle del Garda a ovest; i Monti della Lessinia a nord e l’ampia pianura veronese a sud.
Non si può lasciare la piazza, senza una sosta all’Antico Caffè Dante, una specie di istituzione cittadina, i cui interni raffinati e i tavolini all’aperto vedono un continuo via vai di avventori. Guadagnando il vicino Corso di Porta Borsari e percorrendolo in direzione ovest, finché non diventa Corso Cavour, si arriva in un quarto d’ora di passeggiata alle mura dell’ennesimo palazzo da fiaba: Castelvecchio, la residenza rinascimentale di Cangrande della Scala, il signore di Verona, che la volle proprio sulla sponda sud dell’Adige, con uno spettacolare ponte merlato, che la collegava a quella nord.
Entrati dall’ex ponte levatoio, si ha modo di cogliere tutta la possenza e la mestosità dell’edificio, dove si viene accolti da un ampio bookshop e dal banco-biglietteria, dove si possono noleggiare comode audioguide. Nei decenni, Castelvecchio è diventato un importante complesso di musei cittadini, con raccolte e reperti di diverse epoche, e allestimenti firmati dal grande architetto Carlo Scarpa. Da non perdere, le collezioni pittoriche dal 1300 al 1700, con capolavori di Pisanello, Mantegna, Rubens, Tiepolo e Veronese; quelle di armi dal ‘400 al ‘600 e il monumento equestre a Mastino della Scala in candida pietra di tufo.
Il nostro tour a piedi tra le bellezze di Verona continua Sulle Tracce di Giulietta, nella seconda parte del post . Seguiteci!