Urbino (Marche), A Casa di Raffaello
Tra i tanti, importanti anniversari che le Marche e Urbino, sua città natale, si apprestano a celebrare da qui al 2020, c’è il cinquecentenario della morte di Raffaello, famosissimo pittore, le cui opere sono conosciute e amate in tutto il mondo.
La sua Casa Natale si trova nel cuore di questa magnifica città d’arte ed è un luogo pieno di fascino, che racconta molto bene il profilo e la grandezza del personaggio. Abbiamo deciso di farvela scoprire in anteprima e siamo sicuri che non vi lascerà indifferenti. Seguiteci !
Abitava in una grande casa in pietra, nel cuore di Urbino, Raffaello Sanzio, che di cognome faceva Santi.
Il padre Giovanni era pittore e maestro d’arte, e qui insegnava ai giovani trucchi e segreti del mestiere. Si trattava quindi una casa-bottega, dove Raffaello ebbe modo di esprimere il suo talento fin dalla più tenera età, guidato e assistito da un padre attento e competente.
I disegni e le statue in gesso, che lo ritraggono, mostrano un ragazzino dai tratti dolcissimi, quasi femminili, il volto incorniciato da una cascata di boccoli e negli occhi, un’aria trasognata.
Per l’epoca, la casa era un edificio ampio e decoroso, dove si muovevano molte persone; articolata su più piani, con ambienti che si aprivano uno dentro l’altro; bei soffitti a cassettoni, un salotto col camino, e una cucina ottimamente attrezzata, dove il padre Giovanni aveva collocato anche una cassaforte in legno massiccio contenente i suoi cospicui guadagni, perché questo era il luogo più sicuro per via della presenza costante delle donne di casa.
La stanza in cui Raffaello nacque nel 1483 è riconoscibile dall’ affresco con la Madonna col Bambino, una sua opera giovanile.
Visitare questi ambienti, dove i Santi vivevano e lavoravano, è sicuramente un’esperienza emozionante, che consente anche di coglierne gli aspetti più curiosi, come, per esempio, il cortile interno col pavimento a catino per la raccolta delle acque piovane; il mortaio in cui si macinavano i colori da usare sulle tele; l’albero genealogico della famiglia; le ceramiche istoriate e copie di dipinti famosi dello stesso Raffaello, come La Trasfigurazione del Cristo o La Fornarina, il ritratto della sua giovane amante romana, figlia di un fornaio. E poi opere di Giulio Romano, l’allievo prediletto; di Timoteo Viti e dello stesso padre Giovanni.
La casa è gestita dall’ Accademia di Raffaello, un sodalizio molto attivo nell’ organizzare corsi di pittura, conferenze ed eventi culturali.
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Crediti fotografici Turismo Marche