Valle del Chiese (Tn) / Nel Museo della Grande Guerra
La Prima Guerra Mondiale, di cui ricorre quest’anno il centenario, ha lasciato tracce indelebili anche nella Valle del Chiese (Trentino) e nel Gruppo dell’Adamello. Spezzoni di storia dolorosi e drammatici, le cui tappe si possono ripercorrere all’interno del Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese, a Bersone, dove quattro sale, accasate al pian terreno del municipio, mettono in mostra oltre 2500 cimeli originali, recuperati sulle montagne da un instancabile gruppo di amatori e volontari.
Proprio di fronte all’entrata, un cannone da 105 mm tiene a battesimo l’ingresso al Museo, nella cui prima sala si possono vedere due baracche militari d’alta quota, fedelmente ricostruite e attrezzate: a sinistra, quella dell’esercito italiano, coi cavalli di Frisia, le bombe a mano, il filo spinato. Una costruzione identica a quelle che si possono ancora vedere sul Carè Alto, massimo rilievo nel settore meridionale dell’Adamello. A destra, quella austriaca, molo simile a una galleria, profonda circa un metro, perfettamente mimetizzata con la montagna.
A vegliare sul tutto, il manichino del Capitano Federico Sacchi, 3° Reggimento Alpini, con mantellina, fodero della pistola e teca porta documenti in cuoio. Le altre tre sale del Museo conservano un ricco corredo di cimeli e curiosità, che ci svelano anche gli aspetti meno noti della vita al fronte: i tanti modelli di elmetto con la loro provenienza (italiani, austriaci, inglesi, ungheresi…), alcuni dei quali bucherellati perché, nei momenti di tregua, i soldati ci cuocevano le caldarroste.
Le armi e le infilate di proiettili. Tanti tipi di bomba a mano, tra cui la comune ballerina e la micidiale Shrapnel, che scoppiava in cielo producendo una pioggia di proiettili. I cappelli da alpino. Le fotografie ingiallite di mogli, madri, figli. Le pipe austriache con il fornello in ceramica su cui campeggiano l’effigie della principessa Sissi o dell’imperatore Francesco Giuseppe.
I timbri di bronzo per la ceralacca; le penne e i calamai; i telefoni, le bobine di cavi telefonici e telegrafici, perché la guerra era anche comunicazione.
Indumenti, borracce, cappelli da Alpino. Ampolline per l’estrema unzione; zaini col basto in legno. Binocoli e periscopi. E poi una fitta schiera di medaglie e piastrine di riconoscimento.
Sono davvero tanti i reperti che ci raccontano le vicende della Grande Guerra in questa valle del Trentino. E chissà quanti ancora ne custodiscono i sotterranei delle montagne, ci confidano i responsabili del Museo, che hanno messo insieme anche un’accurata collezione di diapositive, una videoteca e una biblioteca.
Tutto materiale che racchiude un immenso patrimonio storico, umano e culturale. E poi, ci sono anche gli itinerari, che portano sui luoghi della Grande Guerra, tra forti austroungarici e trincee italiane.
Il Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese, a Bersone è visitabile tutto l’anno su prenotazione presso il Consorzio Turistico Valle del Chiese www.visitchiese.it . Nel mese di agosto. tutti i giorni dalle 14.30 alle 18.30 .
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