Valle di Susa (To) a tutta e-bike
E’ una valle verdissima, quella di Susa, che dalla piana di Torino si apre a nord, verso gli storici passi del Moncenisio e del Monginevro, gli stessi che, nei millenni, hanno visto transitare genti, merci, culture dall’Europa all’Italia.
Già dal medioevo, la valle aveva un’importanza cruciale, perché collegava la Francia alla pianura padana e consentiva di raggiungere importanti mete religiose come Roma o Santiago di Compostela (Spagna).
Ma anche da un punto di vista turistico e ambientale, la valle schiude un piccolo tesoro di attrattive nonché un patrimonio naturale, architettonico e culturale di tutto rispetto.
Patrimonio che abbiamo avuto modo di esplorare in sella a una comoda e-bike, una di quelle mountain bike con pedalata assistita, un mezzo ideale per un turismo lento e sostenibile, complice la Ciclovia Francigena Valle di Susa, che riprende il tracciato dell’antica Strada di Francia, dipanandosi tra boschi, prati, coltivi, parchi naturali, faggete, castelli e abbazie millenarie.
Insomma, un piccolo eden da assaporare in tranquillità, ascoltando il gorgoglio delle acque della Dora Riparia, che alimenta canali e specchi d’acqua.
LA CICLOVIA FRANCIGENA
Tocca una quindicina di comuni fino al Colle del Moncenisio, la Ciclovia Francigena Valle di Susa ed è percorribile con i primi 40 km che risalgono dal fondovalle fino a metà percorso.
E’ inserita nelle tratte nazionali dei percorsi ciclabili ed è parte integrante del progetto AIDA-Fiab, che attraversa l’Italia dal Moncenisio a Trieste.
Naturalmente, nell’arco di un solo weekend, non siamo riusciti a percorrerla in tutte le sue diramazioni, ma partendo dai laghi di Avigliana, punto focale dell’omonimo Parco Naturale, ne abbiamo esplorato un buon tratto, sotto lo sguardo vigile della Sacra di San Michele, l’abbazia millenaria (IX sec. d.c.) simbolo della valle, che svetta dall’alto del Monte Pirchiriano.
Dai laghi, la Ciclovia si dipana tra prati, campi coltivati. piccole aree destinate al pascolo di bestiame. lungo l’argine della Dora Riparia, che alimenta canali d’irrigazione e scorre chiacchierina sotto ai ponti.
Marco, la nostra biker-guida, ci suggerisce una deviazione al piccolo borgo di Sant’Ambrogio, stretto da mura medievali, con stradine lastricate, la parrocchiale barocca di San Giovanni Vincenzo e il castello abbaziale, nei pressi dei quali parte anche un tracciato pedonale, lungo l’antica mulattiera, per la Sacra di San Michele.
Proseguendo lungo la Ciclovia su strada asfaltata, si raggiunge Vaie, una manciata di case tra il verde e le acqua della Dora, dove si aprono le porte di un piccolo ma curatissimo Museo Laboratorio della Preistoria, che con i suoi preziosi ritrovamenti, racconta la storia delle prime comunità stanziate in questo scampolo di valle.
Dopo Vaie, le due ruote fanno rotta su Sant’Antonino, percorrendo un tratto che costeggia un canale d’irrigazione, nella zona ombrosa dei Mareschi, raggiungendo su tratto urbano il centro, dove una breve sosta consente di ammirare gli affreschi del XIII secolo all’interno della parrocchiale.
La ciclovia prosegue quindi tra prati e ampi coltivi alla volta di Villarfocchiardo, uno dei comuni valsusini, come San Giorio, Bussoleno, Meana, Mattie, noti per i loro castagneti e la produzione dei marroni Valsusa Igp, a cui l’annuale Sagra del Marrone rende omaggio.
Una tappa a San Giorio di Susa quasi si impone, una piccola deviazione consente infatti di ammirare la minuscola ma preziosa Cappella di San Lorenzo detta anche del Conte, ai piedi del castello medievale, per ammirare il suggestivo ciclo pittorico trecentesco che ne ricopre le pareti.
San Giorio è nota anche per la festa patronale di aprile, nel corso della quale si tiene la tradizionale Danza delle Spade, per celebrare l’arrivo della primavera e la rievocazione storico leggendaria della Soppressione del Feudatario.
VERSO LA SACRA DI SAN MICHELE
A questo punto, le nostre e-bike sono pronte per la salita alla Sacra di San Michele, simbolo indiscusso della Val di Susa, partendo dalla nostra base di accoglienza, la bellissima Certosa 1515, ex monastero di clausura, trasformato in luogo di sosta e pensiero dal Gruppo Abele.
Il percorso è quasi tutto su strada asfaltata; tornante dopo tornante, questo versante di Alpi Cozie schiude panorami sempre più arditi.
La pedalata assistita delle nostre e-bike ci allevia un poco la fatica, consentendoci di gustare più a fondo il silenzio dei boschi di faggio che, man mano l’altitudine cresce, lasciano spazio ai sempreverdi.
Dopo l’ultimo tornante, ecco lo sterrato che porta alla Sacra di San Michele, l’abbazia ultra millenaria, che svetta sul monte Pirchiriano e che tanto ha ispirato lo scrittore Umberto Eco nel suo best seller Il nome della rosa :<<Come ci inerpicavamo per il sentiero scosceso che si snodava intorno al monte, vidi l’abbazia>>.
La Sacra è uno dei simboli anche della regione Piemonte; è dedicata al culto di San Michele Arcangelo, difensore della fede cristiana e si inserisce in una via di pellegrinaggi lunga più di duemila chilometri, che da Mont Saint-Michel, in Francia, arriva a Monte Sant’Angelo, in Puglia.
Già al primo sguardo, l’abbazia si staglia imponente sullo sperone roccioso, con quella giusta dose di fascino e mistero, accentuata dalla ricca simbologia medievale delle architetture e dai giochi di luce, ricordando a noi, moderni pellegrini, la fragilità delle cose terrene.
Costruita dai padri Benedettini dal 983 al 987 e passata ai Rosminiani nel 1836 per volere del re Carlo Alberto di Savoia, la Sacra schiude così tanti ambienti e punti di interesse (scalone d’ingresso e archi rampanti; statua di San Michele; scalone dei morti e portale dello Zodiaco; chiesa e opere pittoriche; biblioteca…), che una giornata certo non basta per conoscerli a fondo.
Dopo una visita spedita agli ambienti interni, ci gustiamo il panorama grandioso che si apre dai suoi torrioni, una veduta a 360 gradi su tutta la valle, fino alla piana di Torino.
LA SALITA AL COLLE BRAIDA
Ha visto passare più volte il Giro d’Italia, il Colle Braida, a 1007 metri di altitudine e a pochissimi chilometri dalla Sacra di San Michele.
Ecco perché, associando il detto <<fatto 30, si fa anche 31>>, dirigiamo le nostre e-bike alla volta di questo valico alpino, che collega la bassa Val di Susa alla Val Sangone, la cui SP188 è entrata a pieno titolo tra le Grandi Salite del Ciclismo.
Dal punto di vista sportivo, la salita è valorizzata dall’installazione di un pannello iconografico chilometrico a supporto dei tanti ciclisti e appassionati. Da uno turistico, invece, una serie di pannelli racconta la storia di biciclette e del ciclismo in Valsusa nelle parole del campione Giovanni Valetti e delle sue storiche imprese al Giro d’Italia negli anni ’30 del secolo scorso.
AVIGLIANA E I LAGHI
E’ una cittadina di 12mila abitanti, Avigliana, tranquilla e operosa, a circa mezz’ora d’auto da Torino.
A renderla affascinante sono i due laghi di origine morenica che si estendono ai suoi piedi, come punto focale dell’omonimo Parco Naturale e un centro storico di chiara impronta medievale, dominato dal castello arduinico e mosso da torri, palazzetti, stradine acciottolate, piazzette fiorite. come la porticata Conte Rosso.
Il sindaco, Andrea Archinà, tra i più giovani d’Italia e con tanta voglia di fare, ce ne parla come di un borgo magico, immerso nella storia e nella natura, già Bandiera Arancione del Touring Club d’Italia e meta di un turismo dolce e sostenibile, ideale per gite fuori porta o un weekend a tutta natura, complici i due laghi, quello grande e quello piccolo, lungo le cui sponde è possibile fare sport, dedicarsi al birdwatching, fare picnic sulle aree attrezzate e godersi la tintarella.
SAPORI A DUE RUOTE
Ma la Ciclovia Francigena Valle di Susa schiude anche un patrimonio di sapori e prodotti tipici di tutto rispetto, che, tappa dopo tappa, ha ritemprato le nostre fatiche e deliziato le papille gustative.
Il primo incontro è stato, all’ora di pranzo, al Birrificio San Michele, nel fondovalle, in località Sant’Ambrogio di Torino, ai piedi della Sacra, dove, all’interno di un vecchio cotonificio in mattoni rossi, Bruno Gentile, giovane imprenditore appassionato di birre artigianali, ha avviato questo birrificio con ristorantino, adottando un metodo di produzione senza filtratura e senza pastorizzazione, impiegando prodotti assolutamente naturali, come l’acqua di montagna, orzo e luppolo coltivati in proprio con metodo biologico.
Il risultato sono birre di diverso tipo, a cui Gentile ha dato il nome delle più famose opere liriche, spaziando dalla bionda e delicata Aida alla rossa ed esuberante Carmen fino alla corposa Turandot. dall’animo speziato e con malto triplo.
Su prenotazione, il Birrificio è aperto anche alle visite guidate, in compagnia del mastro birraio.
Le grandi ruote delle nostre e-bike mordono l’asfalto della SP188 e fanno rotta su un altro ritrovo del gusto, tra la Sacra di San Michele e il Colle Braida: Cascina dei Canonici, panoramicissimo agriturismo con un ristorantino dal piglio rustico, che riserva il meglio dei sapori di montagna: salumi dell’azienda con focaccia al timo; flan di verdure dell’orto; formaggi valsusini; girelle del bosco e molto altro, accompagnati da vini bianchi e rossi dell’azienda.
Scendendo a valle al calare del sole, non c’è niente di meglio di una cena in un luogo speciale, pensato per chi ama le due ruote e la mobilità dolce unite al piacere della buona tavola.
Eccoci allora tra gli interni allegri e informali di Ciclocucina, nella centralissima piazza Conte Rosso, ad Avigliana, dove, oltre ai piatti della tradizione piemontese e valsusina (acciughe al verde, vitello tonnato, lingua al verde, spaghettoni burro, acciughe e pan grattato, crostini di polenta e baccalà mantecato…), si possono gustare specialità di pesce, come rigatoni al ragù di mare; gamberoni al brandy; polpo arrosto con fagioli rossi, asparagi e ceci.
Ciclocucina offre inoltre servizio di rimessaggio, una postazione di ricarica batterie per e-bike e un comodo ostello accanto alla struttura.
Come accennato sopra, la zona di Villarfocchiardo è nota per la coltivazione del castagno e per i marroni Valsusa Igp, di cui incontriamo i produttori, riuniti nella Cooperativa La Maruna, proprio all’ombra di un fitto bosco di castagni, che raggiungiamo provando le nostre e-bike su un ripido sterrato.
I marroni Valsusa sono un prodotto d’eccellenza, fiore all’occhiello di un’antica castanicoltura, sopravvissuta allo spopolamento della montagna e ai gravi danni provocati dalle malattie.
Canditi in morbidi marron glacé o registi di una birra delicata e profumata, sono un’autentica delizia del palato.
Ultimo tratto di Ciclovia Francigena e ultima tappa golosa; questa volta, a tenere banco sono le specialità di Bicigrill San Michele, in località Chiusa, il buen retiro del turismo outdoor, dove Jacopo Spatola e la sua famiglia propongono il meglio dei prodotti tipici valligiani.
Sui loro taglieri è un trionfo di tome erborinate e semi stagionate dell’alpeggio della Certosa di San Benedetto; di mocetta valsusina; di morbido salame della mica, un insaccato povero, stagionato in farina di segale e pepe; di pane di montagna e focaccia dolce; il tutto debitamente accompagnato da vini bianchi e rossi della zona e dall’immancabile genepy.
Info: Valle di Susa Turismo; Turismo Torino e Provincia; Valsusa Experience;
Crediti fotografici: Turismo Valle di Susa; Maurizia Ghisoni
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