Venezia delle Meraviglie (parte seconda)
Da Rialto, proseguiamo a piedi per piazza San Marco. Camminata piacevolissima verso una delle piazze più belle e scenografiche del mondo, baricentro di una città unica.
Una visita in basilica, puoi tranquillamente prenotarla cliccando qui, e poi seguiamo le Procuratie Nuove, dove ci concediamo il piacere di un espresso al celebre Caffè Florian e ci lustriamo gli occhi davanti alla vetrina della Gioielleria Nardi, uno dei nomi più celebri dell’arte orafa veneziana.
Tra tanti splendidi bijoux, spiccano per originalità le spille con pietre preziose e facce moresche chiamate per l’appunto Moretti. Capolavori unici, amati da dive come Grace Kelly e Liz Taylor, da teste coronate come le principesse di Belgio e Spagna, e da molti altri vip.
Riprendiamo la nostra passeggiata con direzione Campo Santo Stefano e Accademia, fino a Campo Santa Maria del Giglio dove, in una palazzina del Settecento, si annida il negozio di Paola e Mario Bevilacqua.
Un posto singolare, assolutamente privo di vetrine: lo si riconosce dalle stoffe esposte alle finestre, che lasciano intendere quanto di bello ci sia all’interno da vedere e comprare: cuscini, tovaglie, fiocchi, damaschi, broccati e, precisano i proprietari: “tutto ciò che di tessile si può desiderare anche su commissione”.
Continuiamo per l’Accademia fino a Campo Morosini, più noto come Santo Stefano, dove spunta la bottega di Gianni Cavalier: qui, il signor Alberto continua il mestiere di doratore appreso dal padre Gianni. E’ davvero bello e interessante osservare tutti e due mentre stendono leggerissime, impalpabili foglie di oro zecchino su putti, cornici, lampade e maschere in legno scolpite a mano!
Raggiunto il vicino ponte dell’Accademia e superato il Canal Grande, teniamo per Rio Terrà Antonio Foscarini, guadagnando agevolmente le Fondamenta Zattere, affacciate sul Canale della Giudecca.
Da qui, oltrepassata la Chiesa dei Gesuati, non è difficile, cartina alla mano, approdare nello storico Squero di San Trovaso, dove nascono gondole leggiadre, pupparini, sandole e tutte le altre tipiche imbarcazioni veneziane. Questo di San Trovaso (ci troviamo nel Sestiere Dorsoduro) è uno dei pochi cantieri ancora in funzione, vera e propria mosca bianca, che tiene testa agli scossoni della crisi.
Lunga poco più di undici metri e larga meno di uno e mezzo, la classica imbarcazione veneziana si caratterizza per la struttura asimmetrica, pensata proprio per consentire a una sola persona di governarla stando in piedi sulla poppa e con l’ausilio di un solo remo.
E se manovrare una gondola non è affatto semplice, costruirla è ancor più complicato, sono necessari diversi mesi di lavoro per sagomare a mano e poi assemblare le 280 parti lignee che la compongono. A queste, si aggiungono il fero di prua, che ha la funzione di equilibrare l’imbarcazione; il risso di poppa, che la protegge dagli urti, e la forcola, lo scalmo sul quale fa perno il remo, realizzato generalmente in noce e con almeno otto punti d’appoggio.
Sempre su questa meravigliosa città, potete leggere i post:
Venezia delle Meraviglie parte prima Venezia delle Meraviglie parte terza
Venezia / Tra Bacàri, Ombre e Cicheti Venezia dietro la maschera