Viaggio tra i sapori della cucina romana
Carbonara, amatriciana, saltimbocca, cacio e pepe sono piatti che fanno subito pensare alla tradizione gastronomica romana; una cucina essenzialmente povera, senza fronzoli, basata però su ingredienti ricchi di sapore e di carattere.
Trascorrere un weekend o una vacanza nella Capitale diventa così il modo migliore non solo per ammirare bellezze monumentali e culturali che tutto il mondo ci invidia, ma anche per scoprire i sapori veraci di una cucina millenaria, ricca di tradizioni e contaminazioni.
UN PO’ DI STORIA
La cucina romana affonda le sue radici nel periodo di transizione tra l’Impero e la Repubblica, quando i cittadini romani dividevano la giornata in 3 pasti: la colazione, consumata tra le 8 e le 9 del mattino, a base di focacce, pane condito con sale e vino, latte e miele accompagnati da frutta secca, formaggio e spesso avanzi del giorno prima.
Il pranzo, che si svolgeva poco prima di mezzogiorno ed era piuttosto veloce; i signori mangiavano una ciotola di legumi, olive, fichi, formaggi oppure spiedini di carne o pesce alla griglia.
Il pasto più importante era la cena, solitamente si svolgeva intorno alle 16:00 e poteva durare anche 6 ore, prevedeva un antipasto e 6 portate, caratterizzate da un elevato consumo di insaccati, carni di volatili e altra cacciagione, come cinghiali, cervi e caprioli.
Sulle tavole imbandite, non potevano infine mancare il vino, spesso mescolato al miele, e il pane, inizialmente a base di farro e poi,dal IV secolo, a base di grano.
I PIATTI DELLA TRADIZIONE
Oltre che di ingredienti semplici della cultura contadina, la cucina romana tipica è anche il risultato delle contaminazioni da parte delle regioni confinanti, dalle quali ha assorbito sapori e preparazioni, riuscendo però a conservare un’anima propria e popolare.
Nella top five delle ricette tradizionali, rientrano a pieno titolo l’ amatriciana, piatto nato ad Amatrice, cittadina laziale in provincia di Rieti, che venne servita per la prima volta alla corte del papa durante un banchetto al Quirinale organizzato in onore di Francesco I Imperatore d’Austria nel 1816.
La gricia, nata nel Grisciano, tra Lazio e Marche, una pasta condita con abbondante pecorino romano, guanciale e pepe nero. Il carciofo alla giudia, originario del ghetto ebraico di Roma, dove ancora oggi si possono trovare ristoranti che hanno conservato caratteristiche e ingredienti originali e la trippa, piatto povero e sbrigativo ma dal sapore pieno.
Della mitica carbonara, attorno alle quale aleggiano leggende di ogni tipo, dobbiamo dire che è senza dubbio il piatto romano più conosciuto, nonostante le origini incerte.
Nei ricettari antichi non se ne trova però traccia; probabilmente una delle prime testimonianze compare nel film “Cameriera bella presenza offresi” del 1951, quando, durante un insolito colloquio di lavoro, il datore chiede alla cameriera Maria, interpretata da Elsa Merlini: “Scusi un momento, senta un po’, ma lei sa fare gli spaghetti alla carbonara?”. La cameriera risponde di non essere a conoscenza di questo piatto e da qui nasce la teoria che prima di allora questa pietanza non fosse ancora in auge.
DOVE PROVARLI
Roma è ricchissima di trattorie e ristoranti tipici dove poter gustare la cucina verace. Tra i tanti ottimi indirizzi, abbiamo scelto per voi questi:
E’ la casa dello chef romano Arcangelo Dandini, quartiere Prati; locale in stile bistrot italiano, dalle atmosfere calde e piacevoli, arredato con mobili antichi e cimeli di famiglia, dove si gustano i piatti tradizionali con tocco d’autore.
Cucina romana doc dal 1961 e da allora, punto di riferimento per gli amanti della tipicità, complici un’accurata scelta delle materie prime, rispetto delle stagionalità, fedeltà alla tradizione. Buona anche la carta dei vini, che gioca su circa 400 etichette.
Davvero ampio il repertorio di piatti romaneschi che si possono gustare ai tavoli di questo locale luminoso e accogliente; oltre alle canoniche carbonara, amatriciana, cacio e pepe, non mancano mai polpettine di bollito, fiori di zucca con alici e mozzarella, coda alla vaccinara, costolette d’abbacchio panate e molto altro.
* RISTORANTE TERRAZZA BORROMINI
Oltre a una cucina romana moderna e curata, il locale offre una vista strepitosa sullo skyline del centro di Roma, dalla cupola del Pantheon a quella di San Pietro. Nella bella stagione, tavoli anche all’aperto, che sembrano sospesi su Piazza Navona, con la Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini.
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